Marguerite Duras (1914-1996), nata a Saigon, rientra in Francia nel 1932, prendendo parte attiva alla resistenza durante l'occupazione nazista. Viene deportata in Germania e nel dopoguerra milita nel partito comunista francese, da cui viene espulsa come dissidente nel 1950. Esordisce nel 1942, con il romanzo
Gli impudenti e si afferma nel 1950 con
Una diga sul Pacifico, la cui prosa appare influenzata dalla narrativa americana (Hemingway e Steinbeck) e italiana (Pavese). In seguito la sua scrittura, tesa a illuminare i temi dell'attesa, dell'alienazione, dell'incomunicabilità, si è fatta più radicalmente sperimentale, adottando uno stile caratterizzato dalla brevità e dalla frammentarietà del linguaggio cinematografico.