Estratto del libro
Cielo celeste (e rosa) gremito di popolo in dì di giubilo, cento e più festanti manifestanti piedifestanti volteggiano sulla volta sessanta per trena metri quadrati milleottocento senza manifesto orrore del precipizio evoluiscono tra nuvoli cinerei e cirri alabastrini svolazzano in candide volute trafitte dal sole e confitte su tortili colonne si sporgono da basamenti scultorei e sotto arcature solennemente dorate: cento e più (ambo i sessi) circuiscono con evoè di tripudio due gentildonne ben nutrite e paludate in regal drappi, moda sedicesimo o giù di lì che autorizza, come si sa, una ostensione munifica delle dotazioni antistanti: né le coreute son da meno; anzi, poiché il lucafapresto o altro dipintore d'epoca non meno prolifico ha con esse usato parsimonia nella assegnazione delle seterie, si prodigano a esibire le loro disinibite gradevolezze, sconoscendo ogni obbligo di reverenza per il Buon Vecchione che in equilibrio instabile aleggia al di sopra delle due dame, eternamente in procinto di impartire la sua imparziale benedizione.
Quarta di copertina
Allo scrittore triestino non interessa tanto "la spiegazione reale degli avvenimenti" quanto "lo spiritualmente tipico... l'aspetto fantomatico di essi", operando una sorta di rimpasto delle cose, una loro lievitazione onirica.
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