Francesco De Aloysio scrive la biografia di Marx, compiendo una revisione della storia delle idee del marxismo in un'interpretazione lontana dalle visioni totalizzanti o edificanti. Estratto del libro
Heinrich Marx, il padre di Karl, un ometto preciso e zelante, era magari istruito, ma non era certo capace di una statura culturale rilevante. Era un avvocato di Corte d'Appello, come lui stesso si qualificava, con cespiti regolari e sicuri, né modesti e nemmeno troppo lauti. Era amante della buona reputazione, ma non era soddisfatto del livello raggiunto. Nella scala dei valori sociali si sentiva fermo su un piolo non molto alto. Rimaneva, di questa scala non percorsa, per lo meno una parte più alta della sua statura fisica. La scala continuava oltre il livello al quale s'erano fermati i suoi piedi, ma anche oltre quello raggiunto dalla sua testa. Era come se appena appena ne scorgesse con gli occhi il termine. Scorgeva quest'ultimo quel tanto che bastava per sospirare di fronte all'impossibile.
Non era uomo ricco di fervore interiore, né era animato da passioni civili o d'altro genere. Voleva un successo, di cui era stato materialmente incapace, non certo oramai per sé, ma per il suo prediletto Karl.
Quarta di copertina
Il "trasparente regno dell'Amenti" è un'espressione dello stesso Marx e designa la "regione nascosta" dove, secondo le credenze religiose degli antichi Egizi, si radunavano le anime dei morti. Per il giovane Marx la filosofia non può non avere bisogno, per esistere e realizzarsi, del soggiorno in un soprammondo. Solo in un secondo tempo essa può impegnarsi nella realtà per rendere quest'ultima simile a ciò che vige fuori del mondo, per renderla assurdamente compatta, assai unificata e priva del tutto di ogni forma di pluralizzazione. Ebbene, per una filosofia siffatta si parla di solito di un indirizzo hegeliano, di un hegelismo che però si è reso del tutto apocrifo... Etimologicamente "apocrifo" vuol dire oscuro, criptico. L'hegelismo del giovane Marx, quello che dopo tutto in lui si rende intramontabile, ha un significato oscuro, occulto ed è anche falso; insomma è apocrifo.
Numerose le interpretazioni del pensiero di Marx che ormai debbono abbandonarsi, più insulsa di ogni altra è quella che farnetica della "fine dello stato". Lo "Stato materiale", che Marx propugna negli scritti del '43, è piuttosto lo Stato corporativo totalitario, sulle virtù del quale altri pensatori si soffermano... Il libro, ben lo si vede ora, altro non ci offre che un ritratto dissacrante, eppure esasperativamente vero.
Breve introduzione
PARTE PRIMA – Marx hegeliano
Cap. I – Karl figlio di Heinrich Marx
Cap. II – La produzione poetica. Inorgoglimento e soprammondanità
Cap. III – L'esoterismo hegeliano e il suo significato profondo
Cap. IV – Primi scritti politici: un liberalismo apparente
Cap. V – "Stato materiale" e "modificazione dell'essenza del soggetto" nella critica marxiana del 1843 alle Grundlinien di Hegel
Riepilogo – Marx e l'apologia dello statalismo
PARTE SECONDA – Verso un neo-hegelismo apocrifo
Cap. I – Quel che Marx scrive quando diviene marxista Tre scritti del biennio '43-'44
Cap. II – L'impossibile abbandono di Hegel. Il neo-hegelismo apocrifo dei Manoscritti economico-
filosofici
Cap. III – La prima opera essoterica di Marx: La sacra famiglia. I presupposti esoterici
Conclusione – Le forme dell'alienazione viste da un messianista
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