Estratto del libro
Trovo nello scrivere un piacere da artigiano. Mi piace scegliere la penna e la carta che saranno i miei strumenti, mi piace sistemare con cura il tavolo su cui lavorerò. "Sulla vuota carta che il biancor difende", aspetto che le dita si mettano a danzare e lascino una traccia sinuosa dove l'andatura, la concatenazione e la composizione d'insieme mi sono testimoni, indipendentemente dal significato, dalla maggiore o minore qualità della mia opera.
Il primo getto, l'abbozzo è per me la fase più aleatoria dell'atto di scrivere, quella che la mia naturale pigrizia mi porta a differire più a lungo. Intraprendere questa fase esige un grande sforzo e un certo coraggio. [...]
Un crescente numero di scrittori compone strimpellando sulla macchina da scrivere. Mi riesce difficile immaginare come possano riuscirci. La solitaria avventura dello scrivere presenta qualche analogia con una vagabonda caccia in avanti. L'una e l'altra mal si combinano, mi sembra, con l'uso di un attrezzo meccanico. Il rumore di quell'arnese riesce solo a spaventare la preda che sta al riparo nella foresta come nel nostro mondo interiore. La preda si lascia avvicinare molto più facilmente da una penna circospetta e silenziosa.
Quarta di copertina
Jacques de Fouchier, la cui storia personale s'intreccia con la storia politica ed economica della Francia, è un grande banchiere associato alla creazione dei più importanti affari degli ultimi quarant'anni; leggendolo, scopriamo uno scrittore di stile. Qui racconta in particolare come in ciascun istante decisivo del suo itinerario si sia fondato sulla pratica, su rischio e sul piacere dell'improbabile, anziché sul passato e sul presente, mentre i migliori amici lo sconsigliavano sul presente.
Premessa all'edizione italiana
Prefazione
QUADERNO PRIMO
Dovere di scrittura
QUADERNO SECONDO
Un bravo giovane nella tormenta
QUADERNO TERZO
L'addio alle lettere
Postfazione
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