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La Francia addormentata nel bosco
André Fontaine
La Francia addormentata nel bosco
Anno: 1981
Pagine: 252
Prezzo: € 12,91
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877700564

Con questo libro il giornalista André Fontaine affigge il manifesto del risveglio, l'invito a un progetto culturale e a un programma politico che costituiscano una svolta rispetto ai sonni ideologici che hanno stordito la Francia e l’Europa negli ultimi decenni del ventesimo secolo.
Estratto del libro
Con l'età sopraggiunge la sonnolenza. Se è vero per le persone non è meno vero per i popoli. Alla regola non sfugge la Francia, decana delle nazioni europee. E a tal punto si è battuta nel corso della sua lunga storia, per resistere alle altrui ambizioni e imporre le proprie e anche per avere ereditato dai Galli com’è noto già dal tempo di Cesare la passione delle discordie intestine, che ne è uscita esausta. Fin dall'epoca dell'occupazione uno scrittore che poco dopo si sarebbe suicidato per non sopravvivere alla sconfitta delle sue idee ma ora tornato di moda, Pierre Drieu la Rochelle, nel suo romanzo “I cani di paglia” non esitava a scrivere: "Il popolo francese non vive più nell'era politica ma è caduto nel delizioso sonno secolare di tutte le decadenze che popolano il pianeta".
De Gaulle ha smentito Drieu con l'energia, l'ostinazione senza limiti, l'intelligenza strategica. Anche se più volte ha sacrificato la realtà all’apparenza, ha fatto sì che la Francia svolgesse un ruolo privo di qualsiasi rapporto con quello che era ormai diventato il suo peso materiale nell'era del petrolio, dell'atomo, delle superpotenze e dell'esplosione demografica. Poi c'è stato il sessantotto, illustrazione parossistica per quanto non cruenta del proverbio che dice che impossibile non è francese. C'è stata poi l'unione delle sinistre che doveva cambiare tutto. Ma la sinistra si è spaccata in due proprio quando pareva che il potere fosse a portata di mano. Sulle rovine del suo sogno si è insediata una mestizia di mese in mese alimentata dalla monotona cronaca della crescente disoccupazione, dell’inflazione, del deficit commerciale. Nel frattempo ogni sera la televisione ci reca il suo contributo di notizie sinistre: le crisi si susseguono alle crisi, le guerre alle guerre, sale il prezzo del sacrosanto petrolio e gli attentati si moltiplicano.
Il discorso politico non pare adattarsi a questi tempi di dubbio e di disincanto. “Quando sullo schermo compare uno della banda dei quattro” e precisava Giscard, Mitterrand, Chirac, Marchais, “io e mio marito abbassiamo il volume”, ci confidava un giorno una graziosa provenzale! La loro eloquenza un po’ troppo ripetitiva riesce ancora a attrarre una parte dei militanti. Ma è impotente a scuotere gli altri e ancora più impotente a sedurli. C’è di peggio: il suo ronzio contribuisce al letargo
generale. Ciascuno più o meno confusamente avverte che in realtà si tratta di ben altro. Nell’impossibilità di concepire i mezzi per agire su certi eventi che riaccendono ancestrali angosce ci si abbarbica al presente con la speranza che il diluvio giunga il più tardi possibile.

Quarta di copertina
La Francia, dopo la grande festa di maggio e dopo avere scialato per cinque anni in un'interrotta campagna elettorale, ora che fra la generale sorpresa è stata rinnovata la maggioranza, è caduta in un torpido sonno. Delusa dalla vanità del discorso politico, incline a dubitare del valore delle ideologie di cui per tanto tempo si è nutrita, è però ancora corteggiata da una folla di taumaturghi che cantano ciascuno a suo modo la vecchia canzone del 'basta che...'. Ma a differenza della bella addormentata nel bosco non sarà risvegliata dal principe azzurro. Nel duro mondo in cui viviamo non ci sono donatori. La Francia non sfuggirà alle costrizioni che la incalzano se non aprirà gli occhi sulle grandi sfide della nostra epoca per dare una sua risposta.
Delusa, corteggiata, risvegliata: tre parti di un intenso e pacato volo sulla Francia di oggi.
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