Estratto del libro
In effetti si tratta proprio del diario di una fuga: fuga dall'esistenza quotidiana, col suo stritolante meccanismo di impegni, di obblighi, di doveri; e dall'intreccio dei sentimenti, delle ambizioni e delle passioni che costringono l'anima in una prigionia soffocante e paradossale, come una mosca in un bicchiere capovolto, donde il mondo traspare e resta nondimeno irraggiungibile. Fuga da sé verso se stesso, si potrebbe definire questo strano viaggio, accompagnato da esitazioni e autorimproveri, apparentemente privo di scopo, e tuttavia indispensabile.
Ma non è tutto. C'è in queste pagine di Herder, come in altri suoi scritti, una singolare coincidenza tra le personali vicissitudini di un intellettuale del '700, alle prese con la fragilità dei propri nervi e umori, e le traversie di un'intera epoca della cultura, che è allora ai suoi esordi e pare oggi a noi alla fine. È come se al pieno e solare diffondersi delle idee illuministiche Herder opponesse, pur in un intreccio di complici ambiguità, la cifra complessiva e il senso conclusivo dell'avventura dell'uomo moderno: la sua angosciosa mancanza di radici e il bisogno di cambiar aria e di trasferirsi "altrove", in altri mondi e in altre culture.
(Dalla Presentazione di Carlo Sini)
Quarta di copertina
Un grande sogno marino: così Herder definì questo diario del 1769 cui il venticinquenne pensatore affidò i suoi progetti di riforma culturale, pedagogica e politica, nonché le sue riflessioni sull'enigmatica profondità della storia umana nel caleidoscopico succedersi di popoli e tradizioni. Le pagine del Giornale tracciano una straordinaria lettura dell'Europa moderna, con le sue contraddizioni, i suoi drammi, la sua forza espansiva, e insieme anticipano il grandioso disegno di una storia dell'anima umana in tutti i tempi e paesi che ispirerà le successive Idee per la filosofia della storia. Nate nel clima dell'illuminismo, le singolari analisi e le intuizioni folgoranti di Herder paiono prefigurare quello smascheramento psicologico delle ideologie e quella filosofia del sospetto che concluderà con Nietzsche l'epoca del moderno incivilimento razionale dell'uomo.
CARLO SINI, Presentazione
MARCO GUZZI, Introduzione
GIORNALE DI VIAGGIO. 1979
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