Può un imprenditore essere un artista? Sì, e questo romanzo ne è la conferma
Poeta, scrittore e industriale, Seiji Tsutsumi racconta la propria avventura: incomincia dal nulla e diviene uno dei più grandi imprenditori del mondo, fondatore del gruppo Seibu.
Può un grande industriale, un manager attento a far quadrare freddi conti essere anche un artista sensibile, uno scrittore capace di trovare e sviluppare una vena poetica?
La risposta di Tsutsumi è sì: la sua vita ne è la prova, e questo romanzo ne è la conferma. Estratto del libro
Una bandiera sventola sul tetto dell'edificio sommerso fra i grattaceli. Un essere vivo artificialmente, ansimante nello spazio scuro. Il drappo verde, con impressa l'insegna di una ditta, si scuoteva rimescolando l'aria stagnante.
Quarta di copertina
Può un poeta e romanziere essere anche uno dei principali imprenditori dell'intero pianeta? Può un uomo «tratto dal demone degli affari», che nella vita si trova a dirigere e a sviluppare un centinaio di imprese economico‑finanziarie, continuare a pubblicare poesie e romanzi, a scrivere alcune fra le più belle pagine emerse dal Pacifico nel ventesimo secolo, e a ricevere riconoscimenti letterari e internazionali?
Forse sì, se riesce a serbare l'interesse al particolare, al dettaglio, a lasciarsi attraversare dall'inquietudine e dalla curiosità intellettuale e a rimettersi in gioco ogni giorno.
Esempio eminente è questo romanzo in cui l'autore, con grande umiltà, narra la sua vita sempre in bilico tra un consiglio di amministrazione e un'immagine lirica, tra un vertice internazionale e l'esplorazione della follia d'amore. Il ritmo del suo romanzo è il ritmo stesso della sua impresa.
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