DALLA STORlA COPIOSA FATTIVAZIONE. Dalla storia esce una copiosa fattivazione, una diaspora senza limite, un semenzaio di fatti che si addicono a umano e natura, evidenziati dal loro avvenimento in questi; fatti, ovunque, non temperati né tanto meno soluti, secreti in continuità, processionanti pedissequi o in estri variati, sostanziati con occhi, orecchi, labbra, gesti, che li frequentano; oppure fatti costrittori di persone e di cose in un tempo e in un luogo, determinativi di azioni e reazioni ad hoc evento; ma implicati tutti in una irrevocabile convergenza sopra un quid esistentivo da cui non si è per esentarsi.
In alcuni è palese la circonvenzione dei soggetti, la loro presa in giro drastico, in circolarità dalla quale non si può tangere al fuori; in altri si afferma la clausura su di essi con latenza di funzioni, ma altrettanto coattive; ogni volta definitivi con immagine, si accrescono sul proprio stare e trasferiscono in fermo, in memoria il corso di un individuo.
Quei fatti de-liberano senza tregua evenienze evasive o più, le relegano stantìe, fondano lo scarto, verso l'immobile, su programmi o partenze, sospendono in cosa evenienze e trans-azioni, destineggiano una condotta eludente vita e le sue vicende soprassiedono nella condizione di accadere i trascorritivi anche non presenziabili...

Fattuità è un'opera non sperimentale ma di scrittura dove ciascun elemento, sfuggendo al significabile e al credibile, si struttura, con il malinteso, sulla via della qualità e del suo effetto, la verità. Molto più di una proposta, nonostante risulti l'opera prima di uno scrittore nella sua stagione più bella.