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Romanzo italiano
Valter Vecellio
Romanzo italiano
Anno: 1988
Pagine: 247
Prezzo: € 12,91

Collana: Romanzi
ISBN: 8877702249

Un romanzo italiano, un ritratto impietoso del nostro "Belpaese"

Storie vere che possono sembrare inventate. Una ribellione senza troppe illusioni contro l'indifferenza e i luoghi comuni, i compromessi e l'omertà.
Estratto del libro
È il caso, visto che ormai è passato più di un anno , di riparlare un po' dei fatti del marzo a Bologna. Tra le altre cose che si tendono a dimenticare, c'è che sei persone attendono in galera di venire giudicate come la legge prescrive. Sono Diego Benecchi, Carlo Degli Esposti, Mauro Collina, Giancarlo Zecchina, Albino Bonomi, Fausto Bolzani, costretti alla latitanza due: Bruno Giorgini e Franco Berardi.
Vale la pena di ripercorrere quei giorni.
Dopo che l'agente Tramontani uccise lo studente Francesco Lo Russo, e in conseguenza di ciò, a Bologna scoppiò la rivolta degli studenti. Il sindaco Renato Zangheri, che da questi fatti venne bruscamente svegliato, scaraventato giù dal magico limbo in cui si trovava, non ha dubbi (se li ha ora, non so, ma credo che sarebbe meglio li avesse). Rileggo "Rinascita" del 18 marzo 1977. Zangheri dice: "Ne deduco che quegli incidenti sono stati conseguenza, se non di un piano, certo di azioni preordinate. Non preordinate qui, ma in altre centrali. Le quali avevano un interesse particolare a colpire Bologna, proprio per quello che Bologna rappresenta nella vita democratica del paese".
Quarta di copertina
Giustizia, mafia, politica, terrorismo, maxi‑processi, diritti civili, intellettuali, gli errori della sinistra, l'ottusità della destra, la verità e la menzogna... le "lettere" che costituiscono il Romanzo italiano sono una sorta di pubblico diario, impegno e sdegno di un cittadino contro un'Italia dove ancora, come ai tempi di Gaetano Salvemini, il male si faceva bene, e il bene si faceva malissimo. "Lettere" contro i compromessi e le compromissioni, i giochi delle parti, i silenzi e le omertà; contro quel patto tra violenza e stupidità che ormai dominano incontrollate e incontrollabili. Una ribellione, una resistenza serena e senza
troppe illusioni contro l'indifferenza e i luoghi comuni.
L'intellettuale, come scriveva Nicola Chiaromonte sul "Mondo", non rappresenta nulla, se non rappresenta l'individuo e la sua libertà, se non mantiene a qualunque costo il principio stesso dell'individualità, il diritto al dubbio e alla critica, il rifiuto delle "menzogne utili", i criteri di giustizia e di verità. In questo, la sua funzione è "eminentemente sociale, eminentemente solidale dei diritti di ognuno e dei più umili, cioè dei più silenziosi e dei più facilmente ingannati". Anche a costo di venire annoverati tra coloro che un tempo erano definiti "pazzi malinconici".
All'autore di questo romanzo piace fare polemiche, ma qualche volta si frena, e è frenato; dovesse seguire il suo primo istinto ne accenderebbe un paio al giorno, per fare quell'"opinione" da contrapporre alle "opinioni". Un lusso che gli ha procurato qualche fastidio, compreso un soggiorno (breve, per fortuna) in carcere, e la rottura di qualche amicizia. L'autore manifesta qui un vero talento per la scrittura.
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