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La rivoluzione di Caulonia
Alessandro Cavallaro
La rivoluzione di Caulonia
Anno: 1987
Pagine: 173
Prezzo: € 12,91
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877702427

Estratto del libro
Io ricordo ancora la vergogna che provavo quando la gente e anche i miei coetanei mi additavano come "il figlio di Cavallaro, quello della banda". Ricordo ancora le improvvise e brutali perquisizioni domiciliari dei carabinieri, la paura che inconsapevolmente provavo e il timor panico che mi assaliva quando vedevo un agente delle forze dell'ordine. Ricordo i discorsi che facevano gli adulti, alcuni commiserando, altri denigrando la figura di Cavallaro, che, dicevano gli uni, ha mandato tutto un popolo al massacro per i suoi fini personali, mentre, dicevano gli altri, chissà dove sarebbe potuto arrivare se non si fosse lasciato consigliare male dalle cattive compagnie: forse anche a deputato o persino a ministro.
In casa si parlava poco o niente di questi fatti e molto poco si parlava anche di mio padre, che io vidi per la prima volta, quando, ormai prossimo alla liberazione, era stato trasferito nel carcere mandamentale di Caulonia. E la mia prima impressione, quando lo incontrai, fu completamente negativa: mi faceva soggezione, per non dire paura. D'altronde, non poteva essere diversamente, considerato quello che io avevo sentito dire di lui e i riflessi negativi che io sentivo riversarsi sulla famiglia e su di me particolarmente, che ero il più piccolo. Né lui seppe conquistare il mio affetto e la mia fiducia. Ricordo che mentre era ancora in carcere decise che, ogni volta che fossi andato a trovarlo, mi avrebbe dato lezioni d'italiano; e la prima volta, quando si accorse che io, suo figlio, trovavo difficoltà a cercare le parole nel vocabolario, s'infuriò tanto che lo scaraventò per terra. E in questo modo non contribuiva certo ad aprire un dialogo con me. Ma questo era il suo carattere: irascibile e affettuoso nello stesso tempo, ancorato a certi principi ai quali non concepiva si potesse venir meno. Cosicché, anche dopo la sua liberazione, io non modificai il giudizio che mi ero fatto di lui e dei fatti di cui era stato protagonista. Non chiesi mai di sapere e, ogni volta che lui tentò di dirmi qualcosa, lo scoraggiai decisamente.
Fu solo dopo la sua morte, avvenuta il 17 luglio del 1973, che cominciai a interessarmi a quei fatti; tra l'altro, ero sollecitato da "amici" che avevano interesse a mettere le mani su qualche documento che permettesse loro di ricostruire quelle vicende: essi volevano, infatti, che io mostrassi loro gli appunti e le carte che mio padre aveva lasciato. Cosa che io feci, confidando nella loro onestà e buona fede.
Ma non solo per questo. La risonanza che la sua morte aveva avuto sulla stampa e l'interesse dimostrato da parte di molti studiosi mi avevano incuriosito e fatto nascere dei dubbi sul giudizio che io mi ero fatto di mio padre e degli avvenimenti di cui era stato protagonista...
Quarta di copertina
La rivoluzione che portò alla "Repubblica rossa di Caulonia", dal 6 al 9 marzo 1945, e che ebbe una grande risonanza in Italia e all'estero, nonché l'intervento dell’esercito italiano, è un episodio fra i più inquietanti e contraddittori dell'immediato dopoguerra. Se ne occuparono governi, partiti, chiese, giornali. È rimasto, però, misconosciuto.
In questo libro, la storia di quel che accadde a Caulonia e in altri paesi della Calabria viene raccontata da Alessandro, figlio di Pasquale Cavallaro, il comunista che assunse la responsabilità di guidare l'insurrezione. Nei documenti, nelle lettere, nei diari, nelle interviste a testimoni e protagonisti della vicenda, l'autore ritrova le rispose agli interrogativi taciuti o travisati per quarant'anni. Dal messaggio di solidarietà di Togliatti allora ministro di Grazia e Giustizia, dalle lettere di Terracini, al "tradimento" della Federazione comunista di Reggio Calabria, fino al linciaggio e alle torture subite dagli insorti.
Il patriottismo avvertì quell’esperienza come una minaccia. La giustizia per bande e per campagne condannò esemplarmente trecentocinquanta rivoluzionari. Fu il primo maxiprocesso politico del secondo dopoguerra.
L'autore lo ripropone qui con tutta la sua attualità.
Echi di stampa
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