Estratto del libro
Se dovessi dare un nome al Papa indicato anonimamente nel titolo della presente raccolta di articoli, pubblicati tutti sull'''Osservatore Romano" tra il '78 e 1'84, credo che adoprerei un personaggio inventato da Giovanni Papini ai tempi della mia remota gioventù e della sua ancora attiva e vibrante vecchiezza: Celestino Sesto.
Un Papa ideale, dunque, collocato ben al di là di qualsiasi temporalità e costantinismo, in una prospettiva apostolica di rigorosa milizia spirituale e di totale apertura evangelica. Tutto questo per dire che, mettendomi dalla parte del Papa, non ho inteso affatto emulare l'autore del noto libello Du Pape, il grande Joseph de Maistre (che, tuttavia, fu infinitamente più grande nelle Soirées de Saint Petersbourg che in Du Pape). Il mio Papa appartiene al futuro, non al passato. Né d'altro lato, potrei mai contentarmi di un Papa proiettato in una dimensione puramente utopica e immaginaria.
Celestino Sesto, d'accordo, un Papa ideale, d'accordo. Ma a patto d'intendere l'idealità non astrattamente e staticamente, bensì concretamente e dinamicamente, come termine ad quem di un processo di rigenerazione e di reintegrazione avviato già da molti anni. Processo storico e – a ben guardare – insieme ultrastorico, perché la posizione della Chiesa nella storia presenta sempre un surplus di energia e di coscienza, insomma di consapevole dignità, il cui impiego e la cui destinazione implicano e, per così dire, comportano la necessità di un sistematico riferimento alla dimensione ultrastorica dell'Eterno.
E questo, passando dalla teoria dei valori alla pratica dei comportamenti, non equivale né poco né punto a una svalutazione del contingente. Al contrario, nella prospettiva ecclesiale dell'ultrastoria, quella che potremmo chiamare la "cifra" fenomeno logica della realtà, ubbidisce istantaneamente alla misteriosa legge metamorfica dell'elevazione e della sublimazione...
Quarta di copertina
Come cattolico, come scrittore e come intellettuale, Vittorio Vettori offre, con audacia e con generosità, la sua testimonianza intorno al Papa, intorno al suo statuto nella civiltà planetaria e intorno alla nostra era, attraverso sorprendenti ritratti, biografie, itinerari di lettura di Sade, Nietzsche, Joyce, Camus, Péguy, Adorno, Hölderlin, Borges, Céline, Gramsci, Pound, Papini, Eliade, e altri.
Vettori si prende l’assoluta libertà di scrivere al Papa, ponendo questioni essenziali, con implicazioni politiche di grande rilievo.
Prefazione Elementi per un ritratto
Quale papa
Diego Fabbri: dramma e poesia
Cara Simone
Le frontiere della cultura
"Primato"
Contro Sade
Gli amici di Basilea. Nietzsche e Buckhardt
Il testamento di Toynbee
Tempo di Mandelstam
L'altra Odissea
L'albero del Salento
Danton redivivo
Chi era Gombrowicz
Il viandante Cendrars
Il ritorno di Camus
Un lievito di nome Péguy
I Dioscuri di Francoforte
La lingua narrata
Apologia di Chiunque
Pascal in Italia
I Dardanelli di Hölderlin
Lettura di Borges
Il povero Max
A cena con Céline
I nuovi Lusiadi
L'inquietudine e l'utopia
Margherita a Isenheim
La passione del Logos
Il Nulla e il Niente
La dialettica dell'amore
Da Sorel a Cristo
Rilettura di Gramsci
La vigilia e l'avvento
Ezra Pound tra due fuochi
Un etrusco in America
Il calamaio di Papini
Profezia dell'architettura
Sacerdote e poeta
Scienza e poesia della lingua
Apologia di un recupero
L'aria di Lucca
Ottobre con Scipione
Revival di Ivanov
Dialogo con Eliade
Regalità di Senghor
Appendice Cinque lettere per cinque anni
Lettera sull'Europa
Lettera sugli Etruschi
Lettera sul Medioevo
Lettera sulla rivoluzione mondiale
Quinta lettera al Papa
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