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Il nuovo codice di procedura penale: una riforma tradita
Agostino Viviani
Il nuovo codice di procedura penale: una riforma tradita
Anno: 1990
Pagine: 214
Prezzo: € 12,91
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877702729

Estratto del libro
Non possiamo tacere che il nuovo codice stravolge principi costituzionali, offende elementari diritti della persona, offre facile esca all'errore giudiziario (purtroppo già presente in modo consistente nella prassi giudiziaria). Allora non possiamo e non dobbiamo avere incertezze: l'alt al nuovo codice deve essere posto.
Né, a superare tutto ciò, vale il dire che il nostro ragionamento trascura uno dei fini prioritari del processo penale: la difesa sociale. Si obietta, infatti (e con forza): dobbiamo o non dobbiamo difendere la società di fronte alla criminalità e, in modo particolare, al preoccupante fenomeno di una criminalità fortemente organizzata?
L'enfatica domanda ha valore meramente retorico...
Quarta di copertina
Vent’anni di attesa del nuovo codice di procedura penale hanno mitizzato questa importante riforma del nostro sistema penale favorendo l’insorgere di equivoci sul rito accusatorio e l’irragionevole accettazione di una legge che contraddice le aspettative di chi invocava un processo giusto ma efficace, delude i vari garantisti per le numerose e ambigue "trappole" disseminate nelle nuove norme; rischierà, insomma, di essere l’ennesimo fallimento legislativo della storia della Repubblica, una riforma della quale, prestissimo, si esigerà una riforma.
Viviani ha approfondito ogni aspetto del nuovo codice, ogni norma, ogni termine usato; lo ha confrontato con la sua esperienza di avvocato, legislatore, giurista, studioso attento ma, sopra tutto, intransigente del nostro sistema penale. Viviani è stato il primo e rischia di essere il solo a lanciare l'allarme sul nuovo codice di procedura penale, reclamandone una rilettura di molti aspetti e la correzione di quelle parti che, irrimediabilmente, "stravolgono principi costituzionali inderogabili e offendono diritti elementari della persona, senza peraltro assolvere alle sempre più insistenti richieste di difesa sociale". Il nuovo codice di procedura penale nasce già inquinato da una non dismessa "cultura dell'emergenza", rappresenta un compromesso fra il sistema "inquisitorio" e quello "accusatorio", sommando i difetti di entrambi, potrà determinare "rallentamenti e deviazioni" del corso della giustizia con un danno che la società italiana non può più permettersi.
(Antonio G. Loprete)
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