Un romanzo sul nostro paese, una riflessione filosofica sul nostro quotidiano
Quattro movimenti di un'unica composizione elettrica dedicata al nostro paese, alla nostra vita quotidiana. Scarpetta è uno scrittore sui generis, un intellettuale francese apprezzato da Bernard‑Henri Lévy che ha definito Italia “una finzione, non poi così finzione, non poi così fittizia come sembra, sull'idea di un pianeta che si esaurisce, si dissolve e alla fine scompare con gli ultimi ripetitori hertziani”. Impossibile non leggere in questo romanzo il dissolvimento del reale ad opera della moltiplicazione dei media al quale stiamo assistendo in questi anni. Estratto del libro
Voi cominciate il viaggio in Italia.
Voi. Memoria che riaffiora attraverso me. Il soffio, il richiamo. Forse, una cartolina. Il ricordo di Eva. Un'allucinazione? Ciò che mi aveva costretto a partire per Venezia, ancora una volta, mi aspirava, m'inghiottiva.
Ero arrivato dal Lido, un mattino, molto presto. Gabbiani nell'aria grigia e rosa. La città vibra, si avvicina, le torri emergono dalla nebbia tossica, sfocate, vaporose, fantomatiche. O, ancora, vedevo in sovrimpressione i buildings vibrare dal Brooklyn Bridge. Venezia, Manhattan, lo stesso miracolo sorto, sospeso. Funi, cavi, blocchi azzurri schiacciati, riflessi metallici, il World Trade Center nel mezzo. Quale alone di luce elettrica e azzurra trema sulla Piazzetta, sulle colonne. Tutta la piazza lucida, inondata. Pensare: ho sempre amato Venezia d'inverno. Quell'aria di meteora spenta, di astro morto. Spettri nella bruma, il rumore dei passi invisibili che risuona. Che cosa diventa il mio corpo? Perso in quale raccordo?
Quarta di copertina
Giornale di viaggio, immerso nell'Italia di ieri e di oggi, con le sue città, con i suoi paesaggi, con la sua musica, con la sua luce; discesa agl'Inferi; "remake" del mito di Orfeo; racconto di fantascienza; meditazione metafisica e religiosa; serie di avventure sessuali; autobiografia trasposta: questo libro è tutto ciò e molto di più. Visionario, apocalittico, è il vero romanzo del nostro mondo, continuamente attraversato da onde e riflessi.
In principio era il ritmo. Quattro pulsioni, quattro parti che compongono questa sinfonia infernale, divina. Venezia: allegro, allusività, polverio di sensazioni; Toscana: moderato, ondate narrative, meditazioni; Napoli: andante, aneddoti, isolamento dei tyemi; Sicilia: adagio, soffio di agonia, lento seppellimento del tragitto nella febbre.
In principio era anche l'elaboratore. E la sua memoria gigantesca, universale, che un bel giorno esplode. Memoria folle, disseminata, diventata delirio. Vertigine elettronica dove la proliferazione finisce con il dissolvere la realtà. Qui i personaggi si chiamano Dante O Mozart, Pound o Piero della Francesca – e, anche, punto di fuga del racconto, Eva Democracy.
Equivalente moderno del “viaggio d'oltretomba” (Eneide, Divina Commedia, L'Orfeo di Monteverdi), il romanzo di Guy Scarpetta brilla, in tutta la sua originalità e in tutta la sua forza, dei mille fuochi del sole nero della vita.
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