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La ragione narrativa. La ragione dell'Altro. Linguaggi totalitari. Critica dell'economia narrativa II
Jean-Pierre Faye
La ragione narrativa. La ragione dell'Altro. Linguaggi totalitari. Critica dell'economia narrativa II
Anno: 1992
Pagine: 582
Prezzo: € 23,24
Dimensioni: cm 21,0x14,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 887770327X

In questo libro Jean-Pierre Faye compie una riscrittura della storia della filosofia, cogliendo, nella sua vasta produzione letteraria, i nodi di un unico racconto.
Estratto del libro
Nel raccontare quel che, in esso e in noi, racconta e da un inizio che, in modo inevitabile, non sia ancora stato messo in conto, il pensiero s'introduce in un racconto, di cui occorrerà pur domandarsi se il pensiero non ne sarà la favola.
E proprio così, sono già incomincia te le cose – le questioni su quelle cose –, nel modo più fugace e come distogliendosi. Infatti, sono circa sei le svolte che conducono verso la questione del raccontare. Le prime due attraversano due parole in lingua greca. Due parole che sono la partenza di sviluppi pieni di senso, ma che non sono definite rispetto a quella che, altrove, nella stessa lingua, si definisce filosofia. Una platonica e l'altra, piuttosto, aristotelica, tali parole sono, mythos e diegesi. Una: parola, discorso, racconto, diceria, messaggio, consiglio, risoluzione, favola. L'altra: racconto, narrazione, esposizione nel raccontare, nel descrivere. Sono entrambe da tenere in serbo in ciò che potrà seguire ora.  Delle successive quattro svolte, la prima compare fin dai primi momenti di un discorso proposto come metodo "per guidare bene la ragione": e chi sviluppa tale discorso "propone uno scritto solo come una storia o una favola". Se il Discorso cartesiano è favola, che cos'è dunque una favola o una "storia"? Che ci riporterà ancora a una parola greca, historie? istorih: ricerca, informazione, esplorazione; relazione su quanto si è saputo; racconto - storia in effetti. Ma che cosa possa essere una storia o una favola della ragione, o del discorso per guidarla bene potrà intendersi attraverso l'ascolto di un contemporaneo, lo stesso biografo Adrien Baillet: "È giusto ascoltarlo mentre fa egli stesso il racconto dei suoi progetti al riguardo", scrive, abbordando 1'anno 1629 della sua Vita del Signor Descartes. Nonché per aprire le virgolette su quanto segue: "Avendo acquisito, dice, qualche nozione generale, concernente la Fisica (...) potremmo impiegarla (...) e renderci, così, come padroni e possessori della Natura (...) ho trovato una via... ". Raramente è toccata più nel vivo l'antidefinizione di chi bisogna certamente designare maestro di Descartes: "Chiamo sempre ragione quell'apparenza di discorso che ciascuno forgia in sé". Per Montaigne, la "ragione" del discorso ha preceduto il discorso della ragione. Il discorso cartesiano viene, senza dubbio, a farci il racconto del suo progetto. Ma non interroga la legittimità di questo potere del racconto, lungo la via di una presa di possesso e di una nuova padronanza. Come questionare della via, della potenza, della "forgia" stessa - di questa ragione narrativa?
Quarta di copertina
Per inventare la filosofia, il filosofo eracliteo e omerico varcava il mare Egeo. Poi, la filosofia scolastica tentò di cancellare la forza di narrazione dal suo perpetuo viaggio. Ma la svelano, in Spinoza e in Nietzsche, alcune sorprendenti notazioni. La filosofia non interroga il racconto. Ma i campi narrativi gravitano attorno alla filosofia. Il movimento ebraico della Aggadah chiama la filosofia greca a rendere conto... Con la filosofia medievale, ebraica, araba, latina, che rende possibili il Rinascimento e la rivoluzione scientifica europea, nonché l'invenzione dell'etica e della società dei diritti. La temibile regressione della filosofia, intorno al "formidabile choc heideggeriano" del 1934-35, esige una radicale trasformazione di approccio filosofico. Importa intendere quanto fu raccontato e riportato, con una grandiosa tecnica di dissimulazione volta a mascherare cosa avvenne in Europa, dal 1933 al 1945, con un lungo gioco a nascondino e di ridescrizione che identifica con il nichilismo una narrazione filosofica apertasi a Atene con "l'ipotesi della libertà"
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