Un uomo, un grido è un libro sulla memoria scritto per il presente. Marek Halter ricorda e questiona la storia del popolo ebraico attraverso descrizioni di immagini, racconti di vita, incontri e articoli raccolti in trent'anni di attività di giornalista e scrittore impegnato nel sociale. Estratto del libro
Una storia hassidica racconta che, un giorno, il re convocò un profeta e gli chiese:
– Perché sollevi il popolo contro la mia autorità?
– Sire, non contro la vostra autorità, ma contro le ingiustizie commesse da lei e da tutti quelli che le stanno intorno.
– Desideri che me ne vada?
– Sire, non è questo che m'interessa.
– Perché, non sono forse un cattivo re?
– Ogni potere è cattivo, ma c'è un limite che non va superato.
– Dove sta il limite di cui parli?
– Da qualche parte fra l'accettabile e l'insopportabile.
– Mi dicono che tutti i giorni corri come un pazzo per le strade di Gerusalemme chiamando le persone perché ti ascoltino e, poi, sulla piazza principale, parli contro il mio potere. Vuoi forse dividerlo con me?
– No sire, non ho ambizioni di questo genere.
– Quale potere vuoi?
– Quello della mia parola, della mia coscienza.
– E Dio?
– Noi tutti abbiamo ereditato dei testi. Dio ha detto che erano stati dati agli uomini. Sta agli uomini interpretarli.
– E se cedessi il posto a un altro re?
– Sarei sempre qui a interpellarlo.
– E se ti mettessi in prigione?
– Qualcun altro prenderà il mio posto.
– E allora?
– Allora, finché ci saranno re, ci saranno profeti. Bisogna che ti abitui a quest'idea.
Quarta di copertina
Marek Halter, testimone di un'epoca, dal nazismo ai giorni nostri, ce ne offre il racconto, fra novelle, citazioni, fotografie, aneddoti, proclami, appelli, manifestazioni, viaggi. Arte della memoria, insegnamento e trasmissione: come arma la parola, Halter sfida la barbarie dei totalitarismi, dei terrorismi e delle mafie, ideologie del monopolio della parola, della comunicazione, dell'informazione. Sorprende i governanti, li infastidisce, li questiona: dal Medio Oriente all'Argentina, all'Unione Sovietica.
Francese, polacco, russo, argentino, pittore, scrittore e ebreo. Ebreo "per scelta" e non per genealogia. Messaggero della parola: l'"invisibile edificio dell'ebraismo" poggia sulla parola e sulla scrittura. Messaggero di cultura e di arte: dai concerti a Parigi, alle mostre di pittura in Argentina, alla recente università francese di San Pietroburgo e di Mosca di cui è rettore.
La stirpe di Abramo
(Introduzione all'edizione italiana)
I. Un uomo, un grido
- Un incontro in Francia
- La genesi
- Ebrei e francesi, ebrei francesi
- Il ritorno
- Mea culpa
- Identità
- Mia madre
- Mio padre
- Essere ebreo
- La resistenza
- Israele
- Visibile e invisibile
- La Francia
- La memoria e la lingua
- Dipingere
- Zakhor
- La memoria e la storia
- La metamorfosi del ricordo
- La scoperta del verbo
- Lo scriba e lo scrittore
- Essere testimone
- Scrivere
II. Itinerari
- Nascita di un'avventura
- La pace introvabile
- La guerra del Kippur
- Indirizzato agli amici
- Argentina, Argentina
Un viaggio nella notte
- La morte impossibile
- Boicottaggio
- Il mio primo romanzo
- Questionare gl'intellettuali
- Riflessioni dopo la battaglia
- Un massacro in più
- La tentazione dell' oblio
- Perché gli ebrei
- Un amico scompare
- Ancora rifugiati
- La scoperta di un amico
- Un filosofo chiamato Marcuse
- Ritorno a Mosca
- Morale e politica
- Una nuova campagna
- Questioni dopo la battaglia
- La morte alla riscossa
- Constatazione dei fatti
- Primo maggio
- Rue Copernic
- Un grido
- La fine di un dissidente
- L'avvenimento dell'anno
- Stranieri
- La terra e il libro
- La mia prima novella
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