Estratto del libro
In tutti i Paesi del mondo, democratici, autoritari, ricchi, poveri, a nord e a sud dell'Equatore, esiste la corruzione della classe politica. In tutte le epoche storiche, dagli aztechi agli egiziani, dall'impero· romano ai comuni medioevali, dall'Inghilterra dei Tudor alla Banca romana, la politica è anche stata uno strumento di promozione sociale e di acquisizione di ricchezza, legale o illegale. Come nello zaino di ogni soldato c'è il bastone di maresciallo, così in ogni amministratore della cosa pubblica c'è il rischio della corruzione. Con ciò non si vuol dire che non esistano amministratori e politici onesti, ma solo che i germi della malattia sono sempre presenti: non è detto poi che il sieropositivo diventi malato conclamato. Il mercato, sia detto tra parentesi, ha anche questo di buono: che, dal momento che l'economia è nelle mani di coloro che sono direttamente interessati e poiché gran parte degli scambi avviene tra contraenti consapevoli e autonomi, ciascuno fa il proprio interesse e non c'è spazio per la corruzione.
Né intendiamo dire che la corruzione non debba essere combattuta. Al contrario. Ma per combatterla davvero servono a poco indagini a tappeto e magistrati di punta. I veri rimedi, senza illudersi che guariscano definitivamente la malattia, sono: più mercato in economia e più mercato anche in politica, che vuoI dire vasto e frequente ricambio, alternanza al potere, deprofessionalizzazione almeno a certi livelli, introduzione di limiti alla rieleggibilità. E poi, certo, anche la procedura penale, le indagini, i processi...
Quarta di copertina
A starli a sentire, i politici italiani sono tutti diventati liberali, o quanto meno liberaldemocratici. Una parola, fino a qualche anno fa pronunciata quasi con spregio, tanto che il partito che se ne fregiava si limitava a raccogliere un pugno di voti, improvvisamente è diventata di gran moda. Eppure l'Italia è il paese con la spesa pubblica più elevata del mondo, con un prelievo fiscale feroce, nel quale più pesante è la presenza della burocrazia e dell'amministrazione pubblica. Giulio Savelli, fondatore e presidente del movimento politico Riforme e Libertà, che si definisce chiaramente, decisamente, coerentemente liberale, qui racconta il suo anomalo itinerario politico e culturale e traccia le linee per distinguere liberali veri e liberali per finta, ricostruendo la storia poco democratica della democrazia italiana e fornendo una sintetica "risposta liberale" ai problemi concreti che affliggono gli italiani nel loro rapporto con lo Stato.
Riforme e Libertà
La crisi del regime
Spigolature liberali
‑ Agricoltura
‑ Ambiente
‑ Classe politico‑burocratica
‑ Commercio
‑ Concorrenza
‑ Contributi all'economia
‑ Corruzione
‑ Destra e sinistra
‑ Difesa
‑ Diritti civili
‑ Enti locali
‑ Evasione, elusione, erosione
‑ Fisco
‑ Giustizia e ordine pubblico
‑ Immigrazione
‑ Impresa pubblica
‑ Inflazione
‑ Istituzioni
‑ Liberismo selvaggio
‑ Mercato
‑ Mezzogiorno
‑ Monopoli
‑ Occupazione
‑ Pensioni
‑ Protezionismo
‑ Sanità
‑ Scuola e università
‑ Sistema elettorale
‑ Servizio pubblico
‑ Spesa pubblica
Un filo rosa
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