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Logica matematica e industria della parola. Il secondo rinascimento in America latina
Ernesto Battistella
Logica matematica e industria della parola. Il secondo rinascimento in America latina
Anno: 1996
Pagine: 261
Prezzo: € 18,08
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: Brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 9788877704450

Estratto del libro
Il dottor Kurt Gödel pubblicò, intorno al 1930, un lavoro che risvegliò l'attenzione degli specialisti di logica. Si trattava della dimostrazione, oggi ben nota, della completezza del calcolo dei predicati. Questo risultato confermava le speranze del formalismo e del logicismo, le scuole più prestigiose della filosofia matematica. Si credette, infatti, che il "programma di Hilbert" avesse ricevuto un'ulteriore investitura. L'ordinato mondo della logica matematica conquistava, a poco a poco, nuovi territori. Finalmente la nebbia metafisica si era dissipata nel limpido universo matematico!
Tuttavia, il dottor Gödel, poco dopo, ruppe l'incantesimo che l'alta sua stregoneria aveva forgiato. Dimostrò, sic et simpliciter, che una "logica aritmetica" – grosso modo, una logica predicativa che includa l'aritmetica di Peano – è incompleta (questo significa che ci sono proposizioni A tali che A e -A sono indimostrabili) e, per di più, che se questo sistema è coerente, tale coerenza non può dimostrarsi con metodi propri al sistema. Entrambi i risultati sono conosciuti con il nome di "teoremi d'incompletezza di Gödel".
"E un tale tafferuglio per pochi teoremi?" – si dirà qualche lettore impaziente. E subito dopo, il lettore impaziente proferirà il motto di Gabriele d'Annunzio: "Me ne frego!". Altri, meno impazienti, penseranno: "Non mi ha mai interessato il teorema di Pitagora, perché mai dovrebbero interessarmi i teoremi di questo tale Gödel, se costa fatica perfino pronunciarne il nome"?
Verdiglione è il primo autore che cita Gödel in un contesto di ricerca culturale; nella Peste, cita ciò che Gödel suggerì a von Neumann: "The subject of logic will never again be the same" (By the way: prima di leggere La Peste – e l'ho letta bene dato che l'ho tradotta in spagnolo –, non mi ero mai imbattuto in testi non specialistici che non svisassero detti teoremi. E sia chiaro che non parlo a vanvera: sono ordinario di logica matematica in tre università).
Quarta di copertina

L'"industria della parola" – una delle formulazioni più caratteristiche della teoria di Armando Verdiglione – è il filo di Arianna di questo libro. L'autore ne fornisce i prolegomeni attraverso la logica matematica. Espone i principi di questa logica, ripercorre, in modo breve e rigoroso, i teoremi d'incompletezza di Gödel, i paradossi e le logiche trivalenti, i termini della filosofia della scienza e i fondamenti della matematica, fornisce una teoria di base per la teologia e, dopo un inedito ritratto dell'università attuale, sopra tutto latinoamericana, illustra le caratteristiche dell'Università del secondo rinascimento e indica i testi indispensabili per la formazione intellettuale secondorinascimentale.
Non mancano incursioni nella letteratura e excursus umoristici. Alla ricerca delle proprietà del linguaggio, l'autore spazia da Venere alle amanti di Luigi XV, da Diego Armanndo Maradona ai tre famosi dottori di Vienna (Freud, Wittgenstein, Gödel). Ritrova un logico in Sancho Panza di fronte al famoso paradosso del ponte, del giudice e della forca e propone la medicina dell'analisi matematica ai paradossi di Zenone di Elea. Apprendiamo anche che a generare mostri è il sonno dell'infinito, non quello della ragione, che Procuste prosegue a costruire letti per dare forma all'universo, mentre Proteo proteiforme continua a beffarlo. Fra Procuste e Proteo, la logica. E questo libro ne risvolge il filo, dando alla logica matematica – trascurata per decenni dal dibattito culturale – un'altra chance, quella della logica della parola e della sua industria.

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