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Delimitazioni. Fenomenologia e fine della metafisica
John Sallis
a cura di Rossella Fabbrichesi Leo
Delimitazioni. Fenomenologia e fine della metafisica
Anno: 1997
Pagine: 308
Prezzo: € 16,53
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: Come pensare. Collana di filosofia diretta da Carlo Sini
ISBN: 9788877704719

Estratto del libro
È allora questione di tracciare il limite della metafisica. Qual è la forma di questo limite? Di che genere di figura si tratta? Non si tratta di un punto in cui la metafisica cesserebbe, un punto terminale sulla linea della metafisica. Perché la metafisica non cessa, neppure oggi, meno che mai oggi, in verità, quando, anche se forse in forma ancora più dissimulata, essa inizia – le parole sono di Heidegger – "il suo dominio incondizionato sugli enti stessi". E il limite non è neppure semplicemente una linea che circonda e traccia un confine in cui la metafisica debba cessare. Nel primo caso, si tratta molto meno di cessazione che di svelamento:

Un limite (Grenze) non è ciò davanti a cui qualcosa cessa, ma, come riconobbero i Greci, un limite è ciò a partire dal quale qualcosa inizia il suo essenziale disvelamento (sein Wesen beginnt). Perciò il concetto è: Orismòs, cioè limite.

Si tratta dunque del limite dal quale la metafisica sarebbe delimitata, il limite dal quale la sua costituzione si dispiegherebbe, il limite che la sua costituzione svelerebbe, il limite che, racchiudendo la metafisica, inaccessibile a essa come tale, anche però la consentirebbe e preserverebbe.
Tutti i testi qui raccolti sono impegnati a tracciare questo limite, questa fine, che è anche l'origine della metafisica. Più precisamente, sono impegnati a tracciare l'operazione del limite, la delimitazione in cui la metafisica si dispiega dal limite, costituita e insieme respinta dal limite stesso, respinta dalla sua stessa costituzione, costituita dal suo stesso esser respinta.


Quarta di copertina
Fin da Hegel, i filosofi si sono affannati a decretare la fine della metafisica. Ma cosa significa esattamente parlare di fine, o di chiusura, della metafisica? In Delimitazioni, John Sallis traccia i confini della fine della metafisica come un limite, o un orizzonte, che racchiude il pensiero occidentale e, insieme, dischiude al di là di esso. Esporre il limite metafisico significa indicare la via di un suo possibile oltrepassamento e Sallis, rileggendo in modo del tutto originale alcuni passaggi di Heidegger, Nietzsche e Derrida, ce ne dà una traccia. Ma non sono solo questi autori contemporanei a sostenere il suo discorso: Sallis, manifestando una competenza filosofica rara, lavora sapientemente su alcuni frammenti di Eraclito, rilegge la Repubblica platonica e la mette in collegamento con gli scritti di Pico della Mirandola sull'immaginazione, si confronta con Aristotele, Kant, Hegel e Husserl. E procede così dall'appello fenomenologico verso le cose stesse al suo oltrepassamento verso la radura heideggeriana, quella radura dove alla fine si deve, secondo Sallis, trovare nuovamente il nascondimento o, come dicevano i Greci, l'Ade, la chiusura arcaica, la chiusura nel cuore stesso della radura.
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