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La quarta triade. Poesie
Angelo Mundula, Giorgio Bàrberi Squarotti, Giuliano Gramigna
La quarta triade. Poesie
Anno: 2000
Pagine: 244
Prezzo: € 15,49

Collana: Collana di poesia
ISBN: 9788877705433

Tre fra i maggiori poeti della nostra era provocano il lettore alla lettura. Una scommessa sull’intelligenza. Una rivoluzione letteraria inaspettata. Una quarta triade come le tre che l’hanno preceduta. Tre scrittori che costituiscono, in questo libro, non un compendio né un riassunto né un’antologia ma una lettura del Novecento.

Estratto del libro
L'idea

Il tempo in cui s'acqueta a poco a poco
la luce, muta in modo insensibile colore,
c'è una linea nera in mezzo a quello spazio,
il ramo diritto che trema a un vento immaginato,
a tratti, scrive un breve arco d'ombra:
quella è tutta la vita, tutta la storia, tutti
i possibili eventi, e lo sguardo li specchia
in questa idea che perfetta li compendia.
(Pescara 12 maggio 1990)

Giorgio Bárberi Squarotti


Il vento bruciava la gota
mordevano il gelo i denti:
dentro l'inverno una nota
purissima quasi sgomenta
era la vita. Più roca
dei colombi sugli spioventi
un bruno riso poi stolta
gioia, la tromba dell'attenti.
Inconsumabili come i morti
ma tutti accesi, vivi
e sbalorditi, di qua
dal fosso nell'ordine chiuso,
entrava come un sopruso
remota la felicità.

Giuliano Gramigna

Nell'oro spento del secolo

Nell'oro spento del secolo
arde questa fiammella
nel luogo della totale débacle
spira questo vento leggero
vivo l'inconsumabile attesa della mia eternità.

Angelo Mundula
Quarta di copertina

Si sa che il nostro è tempo di epitomi, compendi, riassunti, guide alla lettura col sottinteso che così si può evitare di leggere i testi. [...] Da queste considerazioni è nata l'idea di compilare un'antologia che sia del tutto diversa da tutte quelle che compaiono di giorno in giorno: che raccolga soltanto tre scrittori di versi, sul modello e sull'eco delle tradizionali sequenze di triadi esemplari dal Trecento fino alla prima metà del Novecento. [...] I tre non sono certamente né ingenui né candidi. Si reputano almeno sublimi. Ma a loro piace anche la letteratura come gioco, dal momento che quanto scrivono pretende di essere serio, trattando per lo più di argomenti poetici non frivoli, come il proprio cuore o i ricordi d'infanzia o il vario parentame o (peggio) gli oscuri abitatori degli antri interiori, che dovrebbero essere un problema personale e privato dell'autore, non (come il cuore) andare sciorinato davanti ai pur esigui lettori di poesia: e allora, al di fuori del verso, chiedono anch'essi di lasciarli divertire. [...] A ben vedere, questa antologia di una triade esemplare è anche un atto di molta modestia: eccoci, siamo qui, siamo quello che siamo, leggeteci, se volete, non ci nascondiamo sotto formule, apparentamenti ideologici o di gruppi, né dietro mode. [...] L'età dei tre consente loro di raccomandarsi soprattutto per il passato. La poesia propone l'alternativa rispetto a ciò che è, positivo, concreto, ma tuttavia piatto, conformistico, privo di profondità e di senso, se non si sa che, oltre i commerci nel tempio del dio del presente e della storia, ci sono l'invenzione, il sogno, la visione, il fantastico, il gratuito. [...] Prendeteci come siamo, con i nostri sogni fatti sotto l'ombra di Parnaso, dopo aver bevuto un poco nelle sue grotte. (Giorgio Bárberi Squarotti)

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