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Lo stato e il cittadino. Quali diritti? Quali valori?
Antonio Baldassarre
Lo stato e il cittadino. Quali diritti? Quali valori?
Anno: 2002
Pagine: 147
Prezzo: € 20,00
Dimensioni: cm 14,0x21,5
Legatura: cartonato con sovraccoperta

Collana: Università internazionale del secondo rinascimento
ISBN: 9788877706065

Estratto del libro
Non tutti i principi normativi, i principi giuridici, sono valori supremi.
In coloro che non accettano questa visione della costituzione, la parola stessa "valori" desta un certo fastidio, tanto che i sostenitori di una posizione giuspositivistica, formalistica, dicono: "Perché parlare di valori? Diciamo principi". Non c'è dubbio che i valori sono principi, ma sono anche qualcosa di più; non si può dire: valori uguale principi. I valori sono principi, ma non tutti i principi sono valori. Nell'accezione del termine valori, c'è qualcosa che non troviamo in quei principi che non sono valori. E la differenza sta proprio nella formulazione di "valore fondante". Soltanto i valori fondanti danno senso alla democrazia, legittimano l'ordinamento democratico, l'azione giuridica dello stato, ossia l'autorità stessa dello stato.
Chi sostiene le tesi giuspositivistiche ha una idiosincrasia per il concetto di valore fondante. Perché? Perché le norme, sia che si trovino in un regolamento, come pure potrebbe darsi, sia che si trovino in una legge o nella costituzione, sono sempre norme di principio. Tutto ciò che non è direttamente traducibile in regola di condotta è norma di principio. I principi sono una specie di metanorme, nel senso che, se la norma è "regola di condotta", il principio è "una norma sulla regola di condotta". Tutto ciò che non indica un comportamento (come diritto o come dovere, come pretesa o come obbligo) è, secondo quella posizione che io critico, principio. E le norme sono tutte uguali, perché il parametro, il punto di riferimento, è la condotta degli uomini.
Invece, c'è qualcosa di più. L'ordinamento non è strutturato così semplicemente in regole di condotta e in regole di principio: è una visione molto ingenua del sistema giuridico.
Il sistema giuridico ha vari gradi, varie gerarchie, e, all'interno dei principi, c'è una gerarchia più alta che è data da quei principi che costituiscono il fondamento e danno il senso della democrazia. Questi principi sono, appunto, i valori costituzionali. Essi sono distinti dalle norme‑principio che non sono valori, per il semplice fatto che queste non costituiscono il senso di una democrazia.
Quarta di copertina
La mia più grande preoccupazione è stata sempre quella di cercare di elaborare una teoria del diritto costituzionale conforme ai principi democratici di libertà e di uguaglianza, di fronte a una realtà che vede gran parte dei giuristi italiani – non tutti, per fortuna – seguire acriticamente una teoria del diritto pubblico che non è più presente in nessun altro paese del mondo e che, da noi, per pigrizia culturale, per provincialismo, o non so per quale altro motivo, risulta addirittura la teoria del diritto pubblico, anzi il diritto pubblico o il diritto costituzionale. Nasce da questa constatazione il modo di vedere nella Costituzione qualcosa di diverso.
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