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La nave dei folli
Sebastian Brant
La nave dei folli
Anno: 2002
Pagine: 356
Prezzo: € 30,00
Dimensioni: cm 15,0x23,0
Legatura: brossura

Collana: Lettera e simbolo
ISBN: 9788877706102

Estratto del libro
Da Dei libri inutili.

Di stolti e pazzi la ridda precedo
Ché molti libri attorno a me pur vedo
Che io non leggo e in cui neppure credo.
Se io per primo sulla Nave siedo,
Non è senza ragione, lo concedo:
Con i libri da sempre ho un gran daffare
E molti ne ho saputo accumulare.
Spesso neppure un'acca ne comprendo,
Eppure grande onore loro rendo:
Di scacciarne le tarme mi accontento.
Se di scienze si fa ragionamento,
"A casa tutto questo tengo!" esclamo,
Ché d'aver libri attorno, altro non bramo.
Di Tolomeo il gran re si sente dire
Che di libri ne avesse a non finire
D'ogni parte del mondo radunati
E a guisa di tesori venerati.
Ma molti stavan solo ad occupare
Spazio, senza al gran re nulla insegnare.
Al par di lui, io ne possiedo molti,
Ma ben di rado ne ho consigli colti.
Forse che dovrei rompermi la testa
Per farne di nozioni una gran cesta?
Chi troppo studia, si riduce scemo!
E come un gran signor, certo non temo
Di pagare chi impari al posto mio!
Quarta di copertina
Comparsa per la prima volta a Basilea nel 1494, in occasione del clamoroso Carnevale altorenano, La nave dei folli dell'umanista Sebastian Brant è uno di quei libri di cui tutti parlano, citato mille volte, ma che ben pochi conoscono. La presente traduzione, la prima nella nostra lingua, colma dunque una lacuna che ben si può definire imperdonabile. Composta da oltre settemila versi a rime baciate, l'opera è un grottesco e disastroso viaggio dei matti che nella concezione di Brant, a cavallo tra tardomedioevo e rinascimento, sono tutt'uno con peccatori, verso il naufragio finale simboleggiato appunto dal Carnevale, estrema sfrenatezza che precede la quaresima, metafora dell'eterna punizione se non interviene il pentimento.
Testo straordinario per la sua "cantabilità", scorrevolezza e pregnanza, La nave dei folli è forse il libro tedesco che ha avuto più fortuna nei secoli: un grande classico che si colloca nella scissura tra vecchio e nuovo mito, a conclusione del gotico e a inaugurazione dell'invenzione del nuovo mondo. Brant, nato a Strasburgo ma vissuto a Basilea dove insegnò a quella università, fu uno dei primi "consulenti editoriali" della storia: seppe servirsi della stampa in maniera moderna.
Raccolse attorno a sé un'équipe di illustratori, il principale dei quali fu Albrecht Dürer, che eseguirono le xilografie che illustrano l'opera, composta dunque da una "colonna sonora" e da un indissolubile commento grafico, sì da articolare una irresistibile Totentanz, tragica ma non priva di tocchi umoristici: clamorosa satira, coloratissima "festa dei pazzi", orrenda e allegra kermesse che nella sua straordinaria giocosità è fonte di sicuro divertimento ma insieme anche momento di attenta meditazione per ciascun lettore.
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