Estratto del libro
Una fiaba si scrive. E si legge. E un'altra si detta. Questa la tessitura. Il dispositivo della fiaba. Attraversandola. E oltre. Nell'infinito, l'essenziale resta. Da fare. E da qualificare. E non c'è più dialogo. Quale intervento? Nulla è mai lo stesso. Ciascuna cosa dimora, degna, dell'arca, il destino. Dal colore al piacere. (Armando Verdiglione)
C'era una volta una giovane donna. Innumerevoli doti facevano di lei una delle più ammirate del villaggio. Bella, intelligente, colta e ricca: erano in molti a pensarla felice. Ma non era così. Tristi pensieri offuscavano il suo sguardo anche quando il suo promesso la teneva fra le braccia. 'Come godere di quanto accade', pensava, 'se in qualunque istante la morte può arrivare e prendersi tutto?'. La sera dell'ultimo giorno dell'anno si tenne una grande festa cui parteciparono tutti gli abitanti del villaggio. Anche la giovane donna. Non invitata, la morte era lì. Le si avvicinò, si presentò e le chiese se poteva fare qualcosa perché fosse felice. – Voglio sapere quando verrai da me – rispose la giovane donna. — Verrò quando mi chiamerai. — Non ti chiamerò mai! — esclamò. — Mi stai già chiamando — aggiunse la morte — indifferente come sei alla vita. La morte salutò. E ciascuno proseguì per la sua strada. Mille anni dopo, la giovane donna trascorreva ancora le sue serate con i bambini del villaggio conversando della bellezza delle cose, della loro semplicità e imprevedibilità. (Maria Grazia Amati)
Quarta di copertina
A una fiaba risponde un'altra fiaba. E la pittura enuncia quel che si scrive. Comunicare per fiabe è come dipingere, come scrivere, nell'infinito del viaggio.
Echi dal Web Sololibri.net (recensione)
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