Contributi di: Adriano Anzani, Alberto Artioli, Angelo Cappellini, Angelo De Pasquale, Antonio Gallo, Armando Verdiglione, Elisabetta Ferrario Mezzadri, Fabio Borile, Flavio Sangalli, Gabriella Guerci, Giancarlo Marzorati, Giancarlo Pallavicini, Giovanni Nizzola, Giuliano Gerosa, Luigi Antona Traversi, Mami Azuma, Marina Rosa, Ornella Foglieni, Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Rafael de Ramon Burgos, William Ricchi
Questo volume raccoglie gli atti del convegno "Le ville di delizia della provincia milanese", svoltosi presso la Villa San Carlo Borromeo, a Senago, il 17 maggio 2003, con il patrocinio della Provincia di Milano e del Ministero per i beni e le attività culturali. Estratto del libro
Le ville del Milanese, "ville di delizia", sono per oltre tre secoli un fenomeno rilevante di storia architettonica e decorativa, di storia della cultura e del gusto, nel quale il patriziato cittadino ha proiettato le proprie attese e ha inteso celebrarsi.
In tutta l'architettura delle ville in provincia di Milano, la prima caratteristica è il riuso di edifici preesistenti. Il problema della trasformazione degli spazi è risolto a volte con un mascheramento totale, che non ha implicato e non implica però la completa distruzione, rara sia per motivi economici sia per fedeltà storica. Più spesso il problema è risolto con l'aggregazione di corpi nuovi a un nucleo antico lasciato a vista: esempio emblematico sono le torri medioevali che spiccano sulle strutture più tarde del palazzo Borromeo Arese di Cesano Maderno e della villa Cusani Confalonieri di Carate Brianza.
Eredi naturali dei casini di caccia sono le cinquecentesche ville di delizia, così definite da Marc'Antonio Dal Re e da Pietro Verri, in cui il recupero delle parti storiche si abbina a nuovi spazi, con ampie stanze e numerose logge. Addirittura intere sezioni delle ville, normalmente abitate, diventano una sorta di museo privato; una caratteristica tipica della provincia milanese che, a partire dalle finte grotte della villa Visconti Borromeo Litta a Lainate, si diffuse un po' ovunque.
E il gusto continua in età barocca, quando proliferano i collezionisti d'arte.
Le ville, e in particolare quelle definite di delizia, sono organismi fragili, esposti al mutare del gusto e dei proprietari, di cui seguono le traversie ereditarie e le fortune, o disavventure, economiche.
Un elemento importante per questi beni culturali è la simbiosi con i propri giardini, elementi vivi e in perenne trasformazione, mentre gli usi impropri, spesso imposti da elementi contingenti, richiedono manutenzioni costanti, specializzate e, soprattutto, molto costose.
Di conseguenza, la Provincia ha assunto il compito di diffondere questo patrimonio, affinché, in accordo con le amministrazioni locali, questa conoscenza potesse contribuire a innestare meccanismi di valorizzazione, di manutenzione e di nuovo uso per fini pubblici.
Interventi introduttivi di William Ricchi, Ornella Foglieni, Angelo Cappellini, Alberto Artioli, Marina Rosa
MARINA ROSA (a cura di) Note tecniche intorno alle ville di delizia
FABIO BORILE, Villa Borromeo d'Adda detta La Montagnola (Arcore)
GIOVANNI NIZZOLA, Villa Crivelli Arconati, (Bollate)
ELISABETTA FERRARIO MEZZADRI, Villa Alari (Cernusco sul Naviglio)
GABRIELLA GUERCI, villa Ghirlanda e il Museo di Fotografia contemporanea (Cinisello Balsamo)
GIULIANO GEROSA, Villa Traversi Tittoni (Desio)
PIETRO ROMANÒ, ADRIANO ANZANI, Villa Litta (Lainate)
LUIGI ANTONA TRAVERSI, Villa Antona Traversi (Meda)
MARINA ROSA, MAMI AZUMA, Villa Il Mirabellino (Monza)
ANTONIO GALLO, Villa Archinto (Robecco sul Naviglio)
ARMANDO VERDIGLIONE, Villa San Carlo Borromeo (Senago)
GIANCARLO MARZORATI, ANGELO DE PASQUALE, Villa La Torretta (Sesto San Giovanni)
Interventi conclusivi di Giancarlo Pallavicini, Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Rafael de Ramon Burgos, Flavio Sangalli
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