Quarta di copertina
Scrive il Cardinale Tomáš Špidlík S.J. nella Presentazione: "I poeti sono maestri di parole, di linguaggio. Ci mostrano che la vera parola è un 'mistero cristallino' e perciò si divertono a carezzarla, mostrando da tutti i lati la sua bellezza esterna. Goletti ama farlo con grande effetto. Qualche volta ci sorprende con un nesso bizzarro di due termini che sembrano incoerenti, ma in quei momenti, dimenticando la logica concettuale, si lascia sedurre dalla parentela sonora, acustica delle belle voci. Però questi sono solo momenti quasi di distrazione. Sa benissimo che la vera bellezza del linguaggio non è in questa veste esterna. La parola diventa bella quando è cristallina, trasparente. Non gli piacciono le parole che 'scivolano via come l'acqua, / ma non puliscono le pietre del fiume'. Odia le 'maschere piene di falsità, / palcoscenico di stoltezza...'. Le parole sono false quando non raggiungono ciò che sorpassa i loro limiti, l'infinito. L'infinito che incanta il nostro poeta è l'infinito della vita, sia la propria sia quella degli altri e di tutta la terra. 'C'era una volta... / iniziano così le fiabe, / forse anche la mia vita' e io 'amo la vita che mi consuma' e che inosservatamente si confonde con quella dell'universo: 'Straniera terra, / il viver mio / si sperde, nell'astro della sera'...".
Voce
Chi osa rompere il silenzio?
Non si può
Se non si conosce la musica
del sentimento...
Chiusura,
Acerbità,
Sordità,
Sei a noi sconosciuta
Ma non certo ai fiori
Che dialogano tra loro profumati baci
Infra le voci di operosi api...
fatti nota,
svelati,
denudati a questo deserto.
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