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Linguaggio e psicanalisi. Linguistica e inconscio. Freud, Saussure, Pichon, Lacan
Michel Arrivé
Linguaggio e psicanalisi. Linguistica e inconscio. Freud, Saussure, Pichon, Lacan
Anno: 2005
Pagine: 392
Prezzo: € 25,00
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: Cartonato con sovraccoperta

Collana: l'alingua
ISBN: 9788877707048

Estratto del libro
Il paesaggio offerto dalle relazioni tra linguistica e psicanalisi e, più a fondo, tra linguaggio e inconscio non è davvero sereno. Provare a descrivere questo paesaggio è andare di sorpresa in sorpresa: è constatare alternativamente i contatti più intimi tra le due discipline e i misconoscimenti reciproci più totali o più sprezzanti. Gli esempi di queste oscillazioni si osservano sin dai primi momenti della coesistenza delle due discipline, ma i più spettacolari sono dati dalle esplicite prese di posizione sui flagranti casi di contatto. [...]
Un solo punto comune tra i due personaggi: entrambi "ascoltano". Ma ciascuno a suo modo... Il linguista in maniera quanto più attenta e obiettiva, ansioso di cogliere, tra le varianti libere, le opposizioni fonologiche pertinenti o la distribuzione dei collegamenti – obbligatori o facoltativi, con o senza concatenazione – o le specificità delle strutture sintattiche o la diversità dei modi di formazione neologica, o chissà che altro ancora. La curiosità del linguista non ha confini. Lo psicanalista, invece, pratica l'"attenzione fluttuante"; secondo la bella formula di Freud. È, come dice Theodor Reik, il suo "terzo orecchio" che ascolta, sensibile a suo modo a ciò che non si dice o che si dice male, di traverso: salvo riconoscere, dopo, in questi atti mancati, la loro vera riuscita. Da qui lo statuto differente che assume, per entrambi, il lapsus: per il linguista, scoria involontaria appena degna di essere notata; per lo psicanalista, brusca irruzione dell'inconscio nel discorso.
Quarta di copertina
Da più di trent'anni inseguo il progetto di porre il problema dei rapporti fra linguaggio e inconscio.
In questo libro, se anche dico "io", a parlare dell'inconscio e del linguaggio non sarò io, saranno il discorso della linguistica e il discorso della psicanalisi: discorsi diretti in certi casi (la linguistica sul linguaggio, la psicanalisi sull'inconscio); discorsi incrociati in più occasioni (la psicanalisi sul linguaggio, la linguistica sull'inconscio).
Che l'inconscio sia parte in causa nel linguaggio si sa, e a ogni modo si dovrebbe saperlo, dopo Freud, il quale non fa che ripeterlo, dal 1891, nel suo testo Come intendere le afasie (Spirali 1990), sino alla fine della sua riflessione. Lo si sa, e a ogni modo si dovrebbe saperlo, dopo che Lacan ha articolato la forma definitiva del suo aforisma "L'inconscio è strutturato come un linguaggio".
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