Una scrittura del vivere gioiosa, ironica, intrigante
Un romanzo che coglie la poetica della quotidianità, con una scrittura attenta e intensa, ricca di spunti di riflessione e "folli voli". Estratto del libro
In qualsiasi momento della propria attività, non è mai definitivo il bilancio.
Per esempio, a un contadino fugge il cavallo, e i vicini lo commiserano: "Che sfortuna!", ma il contadino li sorprende dicendo: "Forse sì, forse no".
Qualche giorno dopo, il cavallo ritorna portandosi appresso una cavalla. I vicini esclamano: "Che fortuna!", ma il contadino li zittisce: "Forse sì, forse no".
Il figlio del contadino cade nel domare la cavalla e si rompe una gamba. I vicini accorrono gridando: "Che sfortuna!", ma il contadino commenta: "Forse sì, forse no".
Giunge un ufficiale dell'esercito per reclutare soldati da inviare al fronte, ma il figlio del contadino viene scartato a causa della gamba rotta. I vicini lo festeggiano dicendo: "Che fortuna!", e il contadino non dice altro che: "Forse sì, forse no".
I vicini hanno ormai capito che le cose non sono mai definite una volta per tutte, né sono quello che definitivamente possono sembrare.
Il bilancio della vita non si chiude.
Quarta di copertina
Le onde seguono il loro ritmo verso il piacere, vero e proprio approdo alla qualità.
La vita è la parola stessa, dove nulla si chiude, tanto meno un discorso.
E i personaggi non rincorrono nessuna mitologia né servono l'idea di padronanza.
L'absolutio è un teorema, per cui ciò che si narra si scrive.
E importa il valore della memoria. Valore intellettuale quanto immemoriale.
(Armando Verdiglione)
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