Una domanda che mi sono posto, fin dall'inizio delle mie ricerche sui mercati mobiliari, è quella concernente il continuo nervosismo delle quotazioni. Prezzi fatti che sembrano fattibili, ma che di fatto sono seguiti da prezzi negoziati diversi. Indici di quotazioni che oscillano all'insù e all'ingiù, manifestando una volatilità anche significativa.
La risposta ai miei dubbi mi sembra poggi: a. sulla instabilità del classamento dei titoli, per cui pacchi di valori rifluiscono sul mercato o, vice versa, defluiscono da questo verso relativamente stabili collocamenti; b. sull'azione di sostegno del flottante, ossia dei titoli pro tempore non classati, svolta dalla così detta speculazione di borsa, ossia da chi, per core business, commercia in titoli quotati in mercati regolamentati.
L'incontro tra la domanda e l'offerta di valori che dal classamento rifluiscono sul mercato e che da questo defluiscono al classamento non può avvenire senza l'ausilio di operatori che si costituiscano contropartita per le differenze immediate di quantità offerte e domandate. Le quali grandezze possono concretarsi all' apparenza aumentate, giacché la così detta speculazione di borsa può operare anche "allo scoperto", sostenuta dal credito di denaro o di titoli.
Il fascino della borsa dei valori sta proprio nelle "nervosità" delle quotazioni, continuamente mutevoli nelle successione degli scambi. Le oscillazioni, quasi ininterrotte, dei corsi, stimolando nuove domande o altre offerte, promuovono la densità degli scambi: favoriscono l'attività dei commercianti in titoli. Il risparmiatore consapevole deve invece badare solo ai trend di medio-lungo periodo.
La speculazione di borsa ha una funzione irrinunciabile per l'efficienza del mercato; non deve trasformarsi in puro gioco, senza alcun riferimento alle grandezze economiche che i titoli quotati rappresentano...

Tancredi Bianchi è nato a Caravaggio (Bg) nel 1928. Dopo i brillanti studi, ha conseguito la libera docenza in Tecnica Bancaria e Professionale nel 1959 e ha vinto il concorso di cattedra nel 1964. Ha insegnato alla Bocconi, a Ca' Foscari, alla Sapienza di Pisa e alla Sapienza di Roma. Autore di parecchie monografie, adottate come libro di testo in corsi universitari, è reputato uno dei più autorevoli studiosi in temi di banca e di borsa. Tra gli scritti più diffusi: I fidi bancari; Le banche di deposito; Economia del mercato mobiliare; L'economia del credito a medio termine; La banca. L'economia delle aziende di credito in mercati integrati; Costi, ricavi e prezzi nelle banche di deposito; Gli aumenti di capitale nelle imprese.
Collabora con riviste scientifiche in materia di banca e borsa. Come opinionista ha pubblicato su "Il Sole 24 Ore", "Il Corriere della Sera", "Il Tempo", "L'Eco di Bergamo". È al presente professore emerito di Economia delle aziende di credito all'Università Bocconi di Milano. L'attività professionale si è concretata nella partecipazione a numerosi consigli di amministrazione (sia come amministratore indipendente sia come amministratore esecutivo) tra cui quelli di Montedison, Luxottica, Cementeria di Monselice, Cartiere Paolo Pigna, Credito Bergamasco, Credito Romagnolo, Cassa di Risparmio di Verona e Unione Fiduciaria. È stato presidente sia dell' Associazione Nazionale delle Banche Ordinarie di Credito sia dell' Associazione Bancaria Italiana: oggi ne è presidente onorario.