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Libro della origine delli volgari proverbi
Aloyse Cynthio de gli Fabritii (Alvise Cinzio Fabrizi) (Aloyse Cynthio de gli Fabritii)
Libro della origine delli volgari proverbi
Anno: 2007
Pagine: 583
Prezzo: € 35,00
Dimensioni: cm 22,0x31,0
Legatura: cartonato con sovraccoperta

Collana: Questioni aperte con i classici
ISBN: 9788877707802

Il libro – uscito in prima edizione a Venezia nel 1526 – fu messo all’Indice dei libri proibiti e mai più ristampato. Oggi, viene ripubblicato per la prima volta da Spirali. Raccoglie 45 proverbi disposti in terzine, per un totale di circa 42000 versi endecasillabi. Ciascun proverbio è composto di 3 cantiche. I Volgari proverbi di Cynthio sono qui presentati nella trascrizione letterale, con l’aggiunta di un proverbio e di quattro sonetti manoscritti ritrovati nella Biblioteca Marciana a Venezia.
Il libro ha una prefazione di Francesco Saba Sardi, El Cinzio descoverto, che racconta la contrastata vita di Cynthio (ca 1466-1530) e il contesto storico, politico, sociale e letterario in cui escono i Proverbi. Conclude il libro una Cauda di Francesco Saba Sardi che ai proverbi di Cynthio accosta i celebri Sonetti lussuriosi di Pietro Aretino (1492-1556), qui pubblicati con le illustrazioni che ne ha fatto Giulio Romano (1499-1546).
In appendice è presente un dizionario dei nomi. Dalla lingua di Cynthio nasce un’opera letteraria di forte musicalità metrica e di straordinaria ricchezza delle figure linguistiche. Desta meraviglia l’ingegno con cui lo scrittore trova termini, locuzioni, metafore sempre differenti, suscitando miriadi di equivoci, fra intuizione e trovata.
Estratto del libro
ALLI LETTORI DEL LIBRO
EXCUSATIONE
DE L'AUTTORE

Nel tempo che soleano i miei pensieri
poco d'ogn'altro che pensar di amore,
in su quel primo giovenil ardore
che mal produce i pensier nostri intieri,
per contemprar li giorni oscuri et neri,
alhor che si affligea più il tristo core,
così fra questo (si dir si dee) errore
spinto m'hanno d'amor li sproni fieri.
Onde prima che alcun mi biasmi o danni,
pensi ad ogni mortal che errar ee dato
né così legiermente me condanni;
et si pur ad altrui par che aggia errato,
scusemi questo almen: ch'in li verdi anni,
dove imparar si suol, l'error mio ee nato,
ché di rado in tal stato
si vede senno con prudentia insieme,
però che ambi duo nascon d'altro seme.
Quarta di copertina
46 PROVERBI SVOLTI IN 42000 VERSI
RIEDIZIONE DALL'UNICA STAMPA DEL 1526.
LA CENSURA IRROMPE NELLA SERENISSIMA

Dal proverbio Chi non ha ventura non vada a pescar (vv. 690‑710):
Hor egli disse: «Acciò che ben discuopra
dove sia il furto che tanto ti preme,
disotto da 1'umblico over disopra
tutte le veste et la camiscia insieme
despoliati, figliola, ché qui nuda
bisogna che 'l tuo ventre palpi et preme».
Onde la meschinella, a muda a muda,
perfin alla camiscia fuor si trasse
et tutta d'angonia hor triema hor suda;
mai vista non fu neve che fiocasse
sì bianca qual di lei che gli occhi stanca
era ogni parte, dall'alte alle basse.
Così alla destra come che alla stanca
una mammella avea picchola et tersa,
qual tondo pomo a cui nulla gli manca;
al fin del ventre, fra le coscie immersa,
la vulva le facean duo bei labretti,
u' 1'aurea barba di poco era emersa.
Del resto erano i membri sì perfetti
che tutta parea in cielo esser composta,
tal ch'io non vaglio ch'in rime la metti.
Echi di stampa
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