La tragica storia di due star del cinema italiano, passate alla ribalta durante il fascismo e drammaticamente decadute, con tanto di condanna a morte, al passaggio delle consegne dopo la liberazione del 1945
• 2001 Prima edizione • 2007 Nuova edizione rivista e ampliata, con la nuova prefazione di Paolo Pillitteri.
La storia di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti da sessant'anni riaffiora all'attenzione pubblica: libri, film, dibattiti, rivelano l'ampia curiosità ed il diffuso bisogno di verità sulla fine violenta della coppia più famosa e amata del cinema italiano degli anni '30 e '40. L'adesione repubblichina dei due attori e i loro controversi rapporti con Pietro Koch, capo della polizia fascista, ne originarono la "frettolosa" condanna a morte e l'esecuzione da parte dei partigiani di Vero Marozin nel 1945. In questo volume l'autore espone la tesi innocentista. A termine di una minuziosa ricerca, arricchita in questa ultima versione da nuove testimonianze e particolari, Reggiani dimostra come l'uccisione dei due personaggi è da inquadrarsi non a particolari responsabilità personali ma alla più generale resa dei conti con le colpe dello sconfitto regime fascista. L'autore espone e chiarisce una notevole quantità di imprecisioni, falsità, depistaggi e complicità che hanno accompagnato la vicenda destinandola verso una comoda archiviazione. Paolo Pillitteri: "Grazie a Reggiani, due volte. Ci aiuta a definire un periodo di sangue e furore attraverso il cinema, e che cinema! Ci fa partecipare ad una vicenda di fuoco senza il paraocchi delle idee".
Echi dal web 18 marzo 1914: nasce Luisa Ferida (articolo da Il Sole 24Ore.com) Un melodramma noir (da Eserèsi.it) "C'era una volta la città dei matti" (segnalazione del volume, da "Betumeasarvega.org") Estratto del libro
C'è un crescente interesse di ricerca nei confronti di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti, dopo più di sessant'anni dalla loro tragica scomparsa. È un interesse artistico, perché quei due attori sono entrati nella storia del cinema italiano, ma è anche un interesse umano, per l'amore che li ha legati fino alla morte violenta, e storico, per gli avvenimenti più grandi di loro che caratterizzarono la guerra civile e dai quali sono stati travolti. [...] Un uomo come Valenti aveva anche molti nemici. Il suo successo con le donne e nel lavoro, la sua conoscenza delle lingue che gli faceva banco in società , i suoi favolosi guadagni che gli consentivano lussi e stravizi, le amicizie altolocate, le libertà che si concedeva nei confronti del regime, rappresentavano un potente combustibile per il combustibile per il fuoco  sempre latente dell'invidia, della rivalità , delle aspirazioni inappagate. [...] Timida, introversa, piena di complessi e, come tutti i timidi, aggressiva e imprevedibile, Luigia Manfrini Farné (la futura Luisa Ferida) sciorinava il lessico sboccato e icastico della campagna emiliana in cui era cresciuta, a Castel San Pietro, una ridente cittadina ai confini con la Romagna e poco distante da Bologna. [...] A quindici anni Luigi era non più che una bella ragazza con un viso dai lineamenti marcati e uno sguardo penetrante, ma palesava ormai un temperamento non comune. Era attratta dalla recitazione e cominciò a salire sul palcoscenico con la filodrammatica cittadina che programmava ogni estate alcune commedie, allestite in una improvvisata arena del quartiere Montagnola e al cinema Bois.
Quarta di copertina
Come un fiume carsico, la storia di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti da sessant'anni affiora all'attenzione dell'opinione pubblica con libri, film, articoli e dibattiti. Il continuo riaffiorare rivela il bisogno mai sopito di ricostruire la verità sulla fine violenta della coppia più famosa e amata del cinema italiano nel decennio 1935‑1944. L'adesione dei due attori amanti al cinema che la RSI aveva organizzato a Venezia nel febbraio 1944, l'arruolamento volontario di Valenti nella Decima Mas di Junio Valerio Borghese e soprattutto i contatti dell'attore con Pietro Koch, capo della squadra di polizia fascista che operò a Milano, sono all'origine della quantomeno frettolosa condanna a morte decretata dal Clnai a Osvaldo Valenti e Luisa Ferida ed eseguita a opera dei partigiani di “Vero” Marozin in una piovosa notte milanese il 30 aprile 1945. Dopo una minuziosa ricerca, espongo in questo libro, arricchito di nuovi particolari e testimonianze rispetto alla prima edizione del 2001, la tesi innocentista: l'uccisione di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti è da attribuirsi alla resa dei conti con il regime fascista sconfitto. Viene qui descritta, con cruda efficacia, la mole impressionante di falsità interessate, silenzi imbarazzanti e depistaggi ingannevoli da cui questa vicenda è stata per decenni sommersa. (Odoardo Reggiani)
Prefazione di Paolo Pillitteri Introduzione I. Luisa Ferida. Sangue romagnolo a Cinecittà II. Osvaldo Valenti. Un levantino cosmopolita e incantatore III. Trasformismo, italica passione IV. Il cinema di Salò: da Cinecittà a Cinevillaggio V. L'adesione alla Decima Mas VI. La banda Koch. Reparto speciale della polizia repubblicana VII. Osvaldo Valenti e Luisa Ferida a "Villa Triste": vulgata popolare e verità VIII. L'ultima missione IX. Il cerchio si stringe X. "Viva Marozin, primo partigiano d'Italia" XI. Cala il sipario. La commedia è finita XII. Una raffica nella notte Note Indice dei nomi Appendici -Cronologia essenziale -Filmografia -Selezione fotografica -Bibliografia Echi di stampa
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