Estratto del libro
Il problema vero, oggi, è quello di fare nostro lo slogan della campagna elettorale di Reagan, "affamare la bestia", dove "la bestia" è rappresentata da uno Stato dominato da oligarchie burocratiche che tengono al mantenimento dei propri privilegi, alla perpetuazione dei propri privilegi, anche fossero solo quelli dell'esistenza in sé. La casta che è identificata nella casta politica, è non solo e non tanto la casta politica, quanto piuttosto uno Stato che vuole fare tutto senza saper fare niente o quasi, che applica i principii del realismo socialista invece di applicare i principii della sussidiarietà. Sono questi ultimi principii che dovrebbero ispirare l'azione dello Stato e degli altri enti locali, che – invece – si caratterizzano ancora per un interventismo nel settore economico, e in forma monopolistica […] davanti al quale l’azione interventista dello Stato di qualche tempo fa impallidisce. Solo riducendo drasticamente la spesa pubblica – come un atto, anche, di coraggio – e facendo comunque in modo che lo Stato agisca solo nei settori che gli sono propri da sempre si potrà porre rimedio al fiscalismo che oggi soffoca l'iniziativa privata e le impedisce di sviluppare al meglio le potenzialità ed energie di cui essa dispone...
Quarta di copertina
"Non contate sul patrimonio, e men che meno sul nome, ma fatevi una posizione personale". E questo è stato per me un cardine di vita. Ho sempre cercato, appunto, di farmi una posizione personale, considerando questa un'isola e una premessa della mia libertà personale.
Credo che l'Italia debba oggi guardarsi – nell'immediato – da un pericolo sopra tutto, quello del buonismo a ogni costo. Non vorrei sembrare esagerato, ma credo sia necessario fare un "elogio della cattiveria", se per "cattiveria" s'intende la difesa dei nostri valori, la difesa dello Stato di diritto in special modo. Il buonismo ci porta di fatto alla servitù volontaria, a una servitù subita e accettata in funzione di principii e di criteri non nostri, indotti dal linguaggio politicamente corretto, che è un modo di parlare bugiardo e ipocrita.
(Corrado Sforza Fogliani)
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