Comodo alloggio. Un cassetto. Rustico sarcofago putrefattore di sogni. Oscuro ergastolo per schiavo. Non potevano trovarmi sistemazione migliore. Qui sono felice quanto Yenima.
Quando conobbi Yenima, appena arrivato in queste stanze, camminava veloce e cauta. Un po' macilenta, certo, ma io l'ho fatta ingrassare. Tutto ciò che non mangio di quello che mi offrono i miei carcerieri, cioè tutto, glielo regalo.
Yenima s'innamorò di me. Il cibo fabbrica amici e amori. Da allora non è più andata in nessun' altra cella. È la mia fidanzata. Non la divido con nessuno. Che peccato non potere realizzarci. Un amore difficile. Io direi impossibile.
Ah, no! Non fatevi illusioni. Non è un pederasta. Qui non ci sono storielle escatologiche, né giochetti con escrementi. Yenima è una topolina.
La sua magrezza mi commosse sin dal primo giorno in cui la vidi. Era di un grigio penoso. Le si notavano le costole a prima vista. Gli occhi avvizziti. Mi sembrava malata. Ma sinuosa come una mulatta della terra habanera.
Mi proposi di irrobustirla. Giacché io dimagrivo irrimediabilmente, rapidamente, che fosse presentabile almeno Yenima. Inoltre, mi venne in mente che la sua denutrizione era dovuta alla mancanza di abitudine a convivere con i topi carcerati...

Una narrazione ironica, lirica, umoristica, che ha l'energia e la speranza che le persone forti di spirito trovano nelle situazioni più dure. Lo scritto comprende lettere alla moglie e al figlioletto Gabriel e un diario che descrive le condizioni disumane cui sono sottoposti nelle prigioni cubane i prigionieri politici, e anche quelli comuni. Episodi autentici, come la triste storia di un giovane con gravi disturbi di condotta che trova in Vázquez il padre che cercava.
Seconda edizione mondiale dopo la prima, e finora unica, pubblicata in Argentina.

Comodo alloggio. Un cassetto. Rustico sarcofago putrefattore di sogni. Oscuro ergastolo per schiavo. Non potevano trovarmi sistemazione migliore. Qui sono felice quanto Yenima.
Quando conobbi Yenima, appena arrivato in queste stanze, camminava veloce e cauta. Un po' macilenta, certo, ma io l'ho fatta ingrassare. Tutto ciò che non mangio di quello che mi offrono i miei carcerieri, cioè tutto, glielo regalo.
Yenima s'innamorò di me. Il cibo fabbrica amici e amori. Da allora non è più andata in nessun' altra cella. È la mia fidanzata. Non la divido con nessuno. Che peccato non potere realizzarci. Un amore difficile. Io direi impossibile.
Ah, no! Non fatevi illusioni. Non è un pederasta. Qui non ci sono storielle escatologiche, né giochetti con escrementi. Yenima è una topolina.
La sua magrezza mi commosse sin dal primo giorno in cui la vidi. Era di un grigio penoso. Le si notavano le costole a prima vista. Gli occhi avvizziti. Mi sembrava malata. Ma sinuosa come una mulatta della terra habanera.
Mi proposi di irrobustirla. Giacché io dimagrivo irrimediabilmente, rapidamente, che fosse presentabile almeno Yenima. Inoltre, mi venne in mente che la sua denutrizione era dovuta alla mancanza di abitudine a convivere con i topi carcerati.