Attivista per i diritti umani, ha dedicato la sua vita alla lotta per il riconoscimento dei diritti civili del popolo degli uiguri, etnia a maggioranza musulmana che risiede nella provincia dello Xinjiang, a nord ovest della Cina, e che da tempo chiede a Pechino l'indipendenza. È nata nel 1948 tra i monti dell'Altaj, nell'ex Turkestan orientale (l'attuale Xinjiang). Nel 1999 viene arrestata per diffusione di notizie all’estero, definite dalla Cina "materiale contenente segreti di stato". Dal marzo 2005, dopo sei anni di prigionia, vive come rifugiata politica negli Stati Uniti insieme al marito e a sei dei suoi undici figli. Da qui porta avanti la sua battaglia in difesa dei suoi connazionali e raccoglie prove per far processare i responsabili delle esecuzioni e degli arresti arbitrari in Cina. Già presidente del World Uyghur Congress, l'organizzazione internazionale che difende i diritti del popolo uiguro.

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