Questa introduzione prende le mosse dalla convinzione della necessità storica di reiniziare un colloquio che filologia, filosofia, storia delle religioni, e persino mitologia, hanno ritenuto, per moltissime ragioni, di interrompere. Spetta dunque al pensiero il compito di farsi carico del colloquio con i tre autori i cui scritti formano il corpo della traduzione che presentiamo al pubblico. A quella convinzione corrisponde la consapevolezza per la quale, nell'accostare un campo da tempo abbandonato, occorre sempre una particolare cautela; la dimensione spirituale che stiamo per avvicinare, infatti, richiede a chi voglia farvi il suo ingresso essenzialmente una precauzione: cercare la propria guida all'interno di essa, non tentare di portarla con sé da altri ambiti dell'esperienza umana, e ciò affinché non venga sconvolto il significato della riflessione nel suo complesso. Non si ara un campo con la falce. In altre parole, se vorremo entrare nel mondo del simbolo e del mito, dovremo chiedere agli scritti in questione di farci da guida, per non correre il pericolo di perderci nel territorio che ci si apre dinnanzi.
La scelta delle opere, e l'ordine secondo cui esse si presentano alla lettura, costituiscono già un punto di riferimento importante, se abbiamo deciso di soddisfare la richiesta iniziale. Uno sguardo cronologico all'ordine accennato, tuttavia, potrebbe far sorgere il dubbio che ci venga prospettato un percorso metodologicamente falsante: perché infatti questo procedere a ritroso? Quel dubbio giustificato è destinato a scomparire dopo la lettura delle prime righe del saggio di Baeumler; solo vedendo scorrere di fronte ai nostri occhi lo sviluppo spirituale del periodo che in Germania si iniziò con Winckelmann e giunse fino a Bachofen, con tutte le sue nascoste implicazioni, potremo essere in grado di approcciare due opere fondamentali che furono alla base di quella storia, una di Bachofen e l'altra di Creuzer. E ciò non perché la prospettiva baeumleriana sia qui accettata senza discussione – il caso è proprio l'inverso – ma perché essa lascia emergere dinnanzi a noi un mondo sommerso che altrimenti non saremmo stati in grado di raggiungere.
(Dall'Introduzione, volume I)

Michel Foucault ha parlato, nell'Ordine del discorso, della grande "partizione" tra Oriente e Occidente come della nascita genealogica della nostra cultura e come del problema essenziale che attende al varco il futuro. Questa è proprio la domanda che è al centro del Romanticismo di Heidelberg, da Creuzer a Görres, ed è ancora la domanda di Bachofen. Il peso di questo filone nascosto della cultura tedesca, l'influenza sotterranea da esso esercitata, è ciò che Bäumler, prima di diventare l'ideologo del nazismo, ebbe a scoprire, volgendolo poi, nel modo più ambiguo, a conseguenze fatali. La presente antologia offre i testi essenziali di tale cammino, dalle pagine del grande saggio bäumleriano Da Winckelmann a Bachofen, all'introduzione teorica della Simbolica di Creuzer (uno dei massimi testi dell'800 tedesco), alla prefazione e introduzione del celebre capolavoro di Bachofen Il matriarcato. In questi testi la genealogia della cultura occidentale e il problema della sua odierna crisi, attraverso l'analisi del significato del simbolo, del mito e della cosmico-storica "guerra tra i sessi", trova un'esemplare riflessione, nonché una chiave indispensabile per ripensare e comprendere la grandezza e la tragedia del nostro tempo.

CARLO SINI, Presentazione
GIAMPIERO MORETTI, Introduzione – Creuzer, Bachofen, Baeumler. Tre stazioni del pensiero mitico

ALFRED BAEUMLER, Da Winckelman a Bachofen
Premessa
I. Dottrina misterica e mitologica
II. Culto funerario e degli antenati
III. Mito e storia
IV. Eutanasia del Rococò. Scoperta della terra e del principio materno