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Azzardo. Landolfi, Savinio, Delfini
Silvana Castelli
Azzardo. Landolfi, Savinio, Delfini
Anno: 1982
Pagine: 123
Prezzo: € 10,33
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877700238

Estratto del libro
A fare di questo retablo critico di Silvana Castelli un libro di notevole spicco nel quadro della nostra recente saggistica letteraria sono, mi sembra, sopra tutto due elementi: primo, la scelta fortemente intenzionata dei personaggi raffigurati, degli autori la cui opera viene assunta e per così dire ricostruita sulla base di una certa ipotesi di percorso; secondo, la scrittura – e a questo proposito voglio ricordare, subito e volontariamente a priori, che la Castelli è, oltre che critico, narratore, dunque doppiamente e più ambiguamente, più riccamente motivata all'impiego del linguaggio.
[...] Non c'è dubbio che a primissima vista, prima d'aver avuto il tempo di rifletterci, accostare Landolfi a Savino e Delfini e, più ancora isolarli, far vuoto e buio intorno a loro, fa sorgere l'immagine, vaga ma suggestiva, di un novecento letterario "diverso", di un "altro novecento", separato e quasi inconciliabile rispetto a un novecento canonico, da manuale, dove i volti che s'incontrano sono quelli più consueti di Bontempelli e Moravia, di Cecchi e Palazzeschi, di Vittorini e Pavese, di Pratolini e Bilenchi...
(dalla Prefazione di Giovanni Raboni)
Quarta di copertina

Erano giocatori ai tavoli di Casinò metafisici, amanti assassini che si accanivano sul corpo della loro vittima, poco più di una bambina, giovanotti di provincia che studiavano il modo di far esplodere una città con le parole di un racconto.
Landolfi, Savinio e Delfini avevano in comune una certa pericolosa indifferenza verso l'esterno, il reale consorzio degli uomini e dei letterati, che si ritorceva fatalmente in scacco o indifferenza nei loro confronti.
Eppure sono stati tra i pochissimi ad accostarsi a quel vuoto, la mi-mort, il silenzio della bambina muta di Landolfi, che è il cuore segreto del racconto del novecento, la prova che ormai l'immagina.
l'io non può più coincidere con l'ordine del reale. E forse solo a chi pratica, come loro, la trasgressione e l'ironia, il calcolato furore e il gioco d'azzardo è ancora permesso di avvicinarsi a quel punto inaccostabile dove diventa attraente la storia della morte di ogni racconto.
(Silvana Castelli)

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