Estratto del libro
[…] anche per l'uomo Quasimodo, queste lettere a Maria Cumani “l'unica donna”, sono necessarie per entrare finalmente nella sua psicologia, per conoscere la misura del suo affetto e il suo amore acceso e dolorante, il suo bisogno di affetto, il suo essere sempre in attesa e in dono di poesia, il suo sentirsi padre […].
E queste lettere come aveva già scritto Giacinto Spagnoletti per le bellissime Edizioni Apollinaire – Lettere d'amore di Quasimodo – volute da Guido Le Noci, sono importanti e taluna indispensabile, anche per intendere fino in fondo tutti i passaggi e gli sviluppi e il linguaggio ogni volta rinnovantesi e ogni volta riscoperto alle radici di tutta la sua produzione lirica.
C'è di più – e lo ricorda ancora Spagnoletti – neanche Campana, nelle lettere a Sibilla Aleramo che pure è un diario vivo ancora oggi, così folle perché così vero, ha saputo e potuto sempre fondere il culto dell'amore con quello della poesia. L'amore come aria, come testimonianza interiore, come capelli al vento, come colloquio di “foglie”, come abisso, come ricerca di armonia conquistando il dolore, come voglia di donna e di danza; la poesia come voce e come musica, come ritmo e come disperazione, come vita e come morte.
Quarta di copertina
... voglio pensare al cuore che hai mentre danzi, e scavi le braccia e il capo sollevi come a donarti intera all'aria. Quel cuore io cerco; con esso raggiungerai il gesto preciso che ti farà alta nell'arte che ami, e per la quale, come me, consumi ogni fuoco. Ma come sei distante nel tempo! Mi pare talvolta, e lo temo fino all'angoscia nella mia solitudine di uomo, che tu possa scomparire come sei apparsa improvvisamente quella sera con un po' di fuoco nei capelli e sulla fronte. Penso anche che andrai ora dove non posso vederti, ancora più distaccata da me. La memoria mi aiuterà a soffrire ancor più; perché in fondo noi siamo della razza di coloro che hanno per legge questa assidua pena di cercare armonia conquistando il dolore.
(Salvatore Quasimodo)
DAVIDE LAJOLO, Salvatore innamorato
Lettere del 1936
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Nota finale di Alessandro Quasimodo
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