Gli articoli che ho riportato sono raggruppati in tre grandi rubriche e a grandi linee corrispondono a tre periodi dell'opera di Umesao. Nella prima, Un approccio ecologico alla storia, si potrà trovare un'elaborazione teorica in cui l'Autore parte da un'ipotesi di lavoro vicina al determinismo ecologico nel tentativo di risituare la storia del Giappone in una prospettiva mondiale; mi immagino che i nostri specialisti troveranno molto da ridire, ma l'assunto vero e proprio non è quello di uno storico: si trattava anzitutto di licenziare quanti in Giappone scrivessero la storia del loro paese e del mondo applicando formule aprioristiche che avevano in comune – prescindendo dalla scuola ispiratrice, i cui precetti venivano seguiti ciecamente, da Marx a Toynbee – se non altro il fatto di essere state elaborate dagli occidentali in un contesto occidentale.
Da questa riflessione preliminare risulta la constatazione che l'evoluzione storica del Giappone aveva obbedito a fattori propriamente giapponesi a che anzi l'isolamento del paese, nel senso etimologico del termine, aveva accentuato i suoi caratteri specifici. Un buon metodo voleva che i criteri d'origine occidentale trovassero applicazione solamente con beneficio d'inventario, e cioè solamente se si trattava di 'leggi' applicabili universalmente a qualsiasi società umana, circostanza del resto non provata. Ma queste leggi non poteva più ammettere senza riserve lo studioso di ecologia passato all'antropologia dopo le indagini effettuate nell'Asia centrale, in India, nel Sud‑est asiatico a anche in Africa. L'insuccesso dei metodi consigliati prima dagli americani, poi dai giapponesi formatisi alle loro scuole per esempio in materia di gestione, avrebbero indotto Umesao e quanti con lui mettevano alla prova ognuno nel proprio campo le sue ipotesi di lavoro – per lo più presso l'Istituto di scienze umane dell'Università di Kyoto – a impegnarsi in una fondamentale ricerca sul ruolo del fattore culturale nello sviluppo economico: è giocoforza constatare che tendenzialmente dava loro ragione l'evoluzione del Giappone – sia in materia scientifica e tecnica sia in economia – se paragonata a quella degli altri paesi industrializzati o a quelli del Terzo mondo. Risultava con sempre maggiore evidenza che ci si allontanava dal modello occidentale, senza che tuttavia il modello giapponese fosse per qualche aspetto utilizzabile altrove.

Questo libro è il frutto di un incontro tra l'autore e René Sieffert. Il primo è uno scienziato che dall'ecologia animale è passato all'antropologia delle zone aride, mentre l'altro ha dedicato la quasi totalità della sua ricerca alla letteratura e al teatro del Giappone antico. Ciò che egli scoprì negli scritti di Tadao Umesao gli sembrò di tale importanza sia per la comprensione della politica internazionale del Giappone in questi ultimi anni sia per una previsione della sua evoluzione futura che decise di tradurre e pubblicare una scelta di testi, articoli, comunicazioni o rapporti.
E si vede profilarsi un'altra concezione del mondo e del suo destino, agli antipodi di ciò che generalmente si crede di sapere intorno ai disegni politici del Giappone a lunga e a media scadenza.
Se si considera che hanno sede a Osaka i "grandi" dell'elettronica e dell'informatica, e anche la maggior parte delle grandi compagnie commerciali, le shosa, si capirà quanto sia interessante conoscere il pensiero di colui che risulta il portavoce più qualificato della potente città.

Prefazione di René Sieffert

Un approccio ecologico alla storia
- Un approccio ecologico alla storia della civiltà
- Una nuova carta delle civiltà del mondo
- Il Giappone visto in una prospettiva ecologica della storia
- Un viaggio nel Sud‑est asiatico
Economia e cultura
- Sviluppo economico e antropologia
- Il Giappone moderno e la curva della storia della civiltà
- Il retroterra culturale dell'economia giapponese
Relazioni scientifiche internazionali
- Intorno alle relazioni scientifiche internazionali
- Scambi internazionali e civiltà giapponese