Estratto del libro
5 luglio 1989, mercoledì
Amici miei carissimi...
È ormai sera. Non so esattamente come sia andata oggi per voi né quali siano stati gli echi del mio gesto di questa mattina di costituirmi a san Vittore, segnatamente presso gli amici, presso i fornitori, presso i creditori, presso i librai, presso gli acquirenti. Il mio gesto ha una portata, rispetto all'impresa culturale indipendente, rispetto all'Italia secondorinascimentale, rispetto al progetto e alla scommessa.
Non perdiamo nessuna occasione né per i libri né per l'ufficio stampa. Non possiamo accettare lo squallore del provincalismo, per non dire di questa tomba...
Ringrazio ciascuno di voi per quanto sta facendo. E invito pure ciascuno a scrivermi, ragguagliandomi e formulando quesiti, senza limitazioni. Io rispondo. Essenziale non lasciarmi all'oscuro di notizie.
Importa massimamente che io esca di qui...
Ciascuno di voi è indispensabile. Può fare, oggi, cose straordinarie. Discutete fra voi, quanto dicono i tecnici vale soltanto da parere: spetta a voi valutare. Conto, in assoluto, su ciascuno di voi.
L''ambiente' risulta peggiore di quello dell'estate 1986: nessun movimento culturale né politico fra l'interno e l'esterno; sono lontani ormai quegl'intellettuali e quei politici che, tre anni or sono, visitavano periodicamente i detenuti politici di questo primo raggio, diventato ora 'sezione penale'; il detenuto si rappresenta ormai senza testa e senza gambe, senza la parola, come soggetto automa...
Quarta di copertina
Mi sono costituito a san Vittore contro una pena ingiusta. (Armando Verdiglione)
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