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La nave del paradiso
Anno: 1990
Pagine: 289 Prezzo: € 12,91
Collana: Romanzi
ISBN: 8877702966
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Una raccolta di poesia dà voce a chi ne è stato privato Acerrimo avversario dei manicomi e della psichiatria - "un'ideologia priva di contenuto scientifico, una non‑conoscenza, il cui scopo è annientare le persone invece di provare a capire le difficoltà della vita sia individuale che sociale" -, il medico e psicanalista Giorgio Antonucci racconta la sua importante esperienza di vita "tra coloro che vengono tenuti nascosti dalla società". Le poesie di Antonucci sono come un dono; aiutano a capire e arricchiscono. Leggendo questa raccolta si prova dolore, angoscia, disperazione, ma anche dolcezza, entusiasmo e una fortissima voglia di vita.
Echi dal web Giorgio Antonucci, La nave del paradiso (dal sito Centro di Relazioni Umane) “C’era una volta la città dei matti” fiction su Rai 1 - Maria D’Oronzo (dal sito Centro di Relazioni Umane) "L'uomo ombra" (2008), videoclip di Christian Brogi, con poesie tratte dal libro La nave del paradiso TSO Giorgio Antonucci (dal sito vimeo.com)
Estratto del libro
Dalla presentazione. Rimase assorto per più di un'ora su una sola parola. L'aveva scritta proprio al centro di un foglio a quadretti. Una poesia – mi disse. Una poesia di una sola parola. L'aveva scritta di suo pugno. E ne andava orgoglioso. Lui, che di poesia non aveva mai sentito parlare. A mala pena si ricordava di avere frequentato le prime classi elementari. Tanto tempo fa. Ora scontava un ergastolo per chissà quale ragione. Sempre che per l'ergastolo – quest'istituzione della pena così arcaica e disumana – possa essere invocata una qualche ragione. Comunque sia il lievitare degli anni lo aveva fatto poeta. Poeta di una sola poesia, di una sola parola, quasi di una sola sillaba: mai. – Questa poesia si può leggere in infiniti modi – mi disse un'altra volta. E un lampo attraversò i miei pensieri. Infiniti modi per infiniti mondi.
Quarta di copertina
Questo libro, unico nel suo genere, cerca di ristabilire un dialogo da lungo tempo interrotto. La leggenda dice che Arianna permise a Teseo di ritornare donandogli un gomitolo di filo che lo guidava attraverso i sentieri del labirinto. Così, questi testi,come conversazione con gli internati delle istituzioni totali, sono un ritorno di pensieri "perduti", di esperienze "negate". La parola ritrova la sua struttura di comunicazione. La navicella del discorso alza le sue vele nei mari più solitari.
Echi di stampa
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23/04/1994 - Il Paese
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23/10/1993 - Il Paese
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04/12/1990 - La Gazzetta di Firenze
Contributi video
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