Estratto del libro
Nel nostro mondo, lo spazio tende sempre più a organizzarsi intorno a una vittima espiatoria perché il resto del gruppo possa vivere in pace. Dalle istituzioni (familiari, scolastiche, ospedaliere, amministrative) è quotidianamente secreta una violenza nascosta. A questo proposito, Bleger
ha mostrato in modo pertinente come ogni Istituzione imposti un apparato di annichilimento dell' essere umano: “Quello che si chiama adattamento”, ci dice, “consiste nella sottomissione a una stereotipia istituzionale”. E aggiunge: “L'uomo appartiene all'Istituzione. Si dovrebbe cambiare la consegna: l'Istituzione appartiene all'uomo”.
In effetti, l'unico modo di rendere “curativa” un'Istituzione consiste nel permettere all'uomo, suo ospite, di distruggere, attraverso essa, ciò che contribuisce a alienarlo. Questo presuppone che la parte del discorso costituito su cui l'Istituzione poggia possa essere interpellabile da parte di ogni soggetto. Dunque, l'Istituzione deve assumersi l'“esplosione” perché, a partire da essa, possa essere ripreso o messo in sospeso dal soggetto qualcosa di ciò che, altrimenti, sarebbe senso obliterante. Per questa via si lascia al soggetto la possibilità di sorgere a un altro discorso.
Quarta di copertina
Il tema: Bonneuil “istituzione esplosa”, fondata nel 1969. Che cos'è diventata sedici anni dopo?
Il titolo: Bonneuil, sedici anni dopo.
Questo è anche il tempo dello scarto esistente tra la fondazione "selvaggia" di un luogo di accoglimento per bambini e adolescenti cosiddetti psicotici e la sua impostazione progressiva nel quadro di una tutela amministrativa (Previdenza sociale, DDASS - Direction Départementale des Affaires Sanitaires et Sociales - della Val-de-Marne).
In questo racconto a più voci, vengono analizzati gli effetti dell'irruzione dell'amministrativo nello spazio terapeutico (gli effetti perversi della legge del 30 giugno 1975 o le conseguenze sul piano di un'etica medica della legge del 30 gennaio 1984: infatti, ormai è l'economico a dettare legge al terapeutico).
In questo libro, s'incontreranno anche questioni relative alla frequenza scolastica dei cosiddetti “non scolarizzabili”. Si vedrà, così, che una “deistituzione” del corpo scolastico può aprire allo svelamento di un altro corpo (nello scolastico), ma questo comporta per il bambino il rischio di sentirsi esistere in un corpo vivo. Ma come sventare la paralisi del campo quando essa è indotta dal soggetto? Ci sono alcuni esempi, che riguardano il tragitto dei bambini e degli adolescenti dentro e fuori Bonneuil. È stato tratto insegnamento dalle riuscite e dagli scacchi: così, è posto l'accento sullo stile di lavoro suscettibile di permettere, in tutta una serie di casi, il passaggio effettivo, dall'infanzia all'età adulta, dallo statuto di “handicappato” a quello di adulto “normale”, e questo comporta che, ciascuna volta, il soggetto corra il “rischio di vivere” e il “rischio di guarire”... Dunque, nel tragitto qui evocato, insiste il “vissuto” di un'esperienza comune, che coinvolge gli psicologi, gli insegnanti, i bambini, i loro genitori, senza dimenticare gli artigiani e i contadini che li accolgono.
Ecco un libro che tocca sul vivo i curanti, gli insegnanti, i genitori di bambini “disadattati”, gli amministratori della Sanità e i politici e i cittadini “senza qualifica”.
Gli autori: gli “autori” di questo libro, se hanno preso la penna, devono l'essenziale del loro lavoro agli uomini e alle donne del campo che glielo hanno insegnato.
MAUD MANNONI, Prefazione
I. La vita a Bonneuil
– Lo “scolastico” nei bambini “non scolarizzabili”
MARIE-JOSÉ RICHER-LÉRÉS, La “scuola elementare”: le parole d'ordine
– Lo “scolastico” negli adolescenti
PHILIPPE PÉTRY, Fra invenzione e convalida: lo scolastico,
– Uno spazio di gioco
MARIANNE BEAUMONT, Gli atelier a Bonneuil,
– L'accoglimento di notte
MARIANNE BEAUMONT, I luoghi di accoglimento di notte a Bonneuil,
– Uno spazio di vita esterno a Bonneuil
PHILIPPE PÉTRY, “L'accompagnamento” nel lavoro esterno a Bonneuil: il fare e il dire
– Poste in gioco identificatorie
PHILIPPE PÉTRY, Tirare avanti a lume di naso. Progetto pedagogico e poste in gioco identificatorie
II. La vita in provincia: Il servizio supplementare
MARTINE ROSATI, Un punto di storia
MARTINE LOISEAU, La provincia: un luogo dove vivere e lavorare
CHANDRA COVINDASSAMY, La “presa in carico” e le autorità tutorie: gli effetti perversi di certe “pensioni d'invalidità”: l'indennità vissuta come alienazione
MICHEL POLO, La “macchina per stritolare”: irruzione dell'amministrativo nello spazio terapeutico
MAUD MANNONI, Corrispondenza con le autorità nazionali e locali, 1981-1985
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