Estratto del libro
L'Ontologia classica, da Parmenide a Heidegger, non vuole lasciare dubbi in proposito: l'essere è il concetto più generale a ha un primato ontico che lo pone come qualcosa di privilegiato. Tali relazioni derivano dal λόγος, cioè dal modo di pensare i problemi. L'effettiva immobilità dell'ontologia – come metodologia di qualsiasi soluzione – ha ormai reso queste attribuzioni (poste come) originarie.
Per comodità possiamo certamente cominciare dalla nozione di essere assumendola secondo il suo significato convenzionale, ma in nessun modo potremo accontentarci di questo; negli effetti, il nostro problema riguarda appunto i fondamenti di quel significato convenzionale. La questione è, a un tempo, la nozione di essere e il nostro rapporto con essa: in questo senso, non siamo neppure in grado di dire se l'essere sia veramente un significato primo quasi innato, o non possa invece configurarsi come una traduzione sistematica del mondo da parte del λόγος. In realtà, pare che sia per lo più studiato il suo rapporto con altri termini, il modo di porlo come fondamento, piuttosto che capire cosa sia l'essere, se non a partire dalla classificazione di uno stato di fatto. Tale stato è il concetto generale per cui diciamo che le cose sono, o esistono, essenzialmente a partire da una registrazione fenomenologica.
Che tra questa registrazione – le cose sono, cioè l'essere è la prima consapevolezza – e la consapevolezza stessa, che a sua volta 'è', non ci siano passaggi intermedi è la maggiore acquisizione dell'ontologia classica. Se, infatti, non si ammettesse questo, l'essere non sarebbe quel concetto generalissimo di cui si intenderebbe discorrere, bensì qualcosa di derivato. Ma è appunto il senso di tale concetto generalissimo a costituire il problema: dire che 'è noto che le cose sono' costituisce per noi non già un punto di partenza ma, semmai, un punto di arrivo.
Il compito è paradossale perché mette in dubbio che 'le cose sono' attesti un rapporto diretto tra essere e intelletto, in favore della possibilità che tale pensiero abbia una configurazione per così dire derivata, non originaria. La domanda è dunque se tra essere e visione dell'essere ci sia qualcosa, sebbene il 'qualcosa' venga registrato secondo la nozione di essere. L'accesso al problema cambia così i propri termini: non più l'essere come tema iniziale e fondamentale, ma abbozzo convenzionale che rimanda al vero tema: il sistema di posizione e rappresentazione del pensiero. L'ontologia come classicamente tramandata, che guida ogni indagine sull'essere, e una scienza del λόγος; il tema diventa allora il λόγος quale metodo di visione a partire dal quale può essere determinata più specificamente l'ontologia e una più adeguata impostazione del problema di cosa siano l'essere e la totalità (ammesso che tra i due ci sia differenza, cosa peraltro impossibile secondo la logica).
Quarta di copertina
In un tempo in cui la ricerca intorno al pensiero segna drammaticamente il passo, questo libro si pone come uno dei pochissimi tentativi sistematici apparsi in Italia negli ultimi anni. Centrato su uno dei grandi miti del pensiero occidentale – la logica – ne delinea la natura essenzialmente retorica e, quindi, in certo modo, falsa rispetto ai suoi intendimenti.
Dall'affermazione che "la contraddizione è l'unica forma di pensiero possibile" emergono conseguenze inedite rispetto alla tradizione del pensiero europeo: l'essenziale tragicità della parola, "l'irrazionalismo come fondamento della razionalità" e come unica forma di conoscenza; ne consegue la radicale impossibilità della filosofia a comprendere l'origine, che pure dovrebbe essere il suo compito. Un'ardita sezione del libro è dedicata all'analisi della grammatica che usiamo quotidianamente. Tale analisi rafforza la tesi della natura retorica del nostro sapere e delle nostre conoscenze. Da Dioniso Aeropagita a Meister Eckhart, da Scoto Eriugena a Niccolò Cusano fino a un'altra lettura di Eraclito l'oscuro, La retorica del logos svolge una constatazione intuita a sprazzi e sempre emarginata dalla logica ufficiale: da un lato, l'impossibilità del pensiero razionale d'indagare se stesso, dall'altro, la consistenza solo apparente delle leggi del pensare.
Introduzione
Sez. A. FONDAZIONE DEL LOGOS COME STRATEGIA: METODO LOGICO E TECNICA RETORICA
a1) Teoria generale della nozione di essere in relazione agli strumenti logici e retorici
α) La distinzione fra visione e ordine come momento preparatorio ontologico
a) Eccedimento formale sull'essere come dominio e appartenenza
b) L'apparire della logica nel gioco delle immediatezze: il pathos della distanza
c) La domanda
β) Logos e retorica
a) La falsa contesa
b) Ars inveniendi: congettura retorica e estensioni ipotetiche
c) Definizioni retoriche e dominio logico
d) Simplex, simplicissimus
a2) I canoni progettuali della fondazione del logos: la questione del dominio e dell'impossibilità della logica
α) Presenza-assenza del nulla alla luce della crisi ontologica dell'essere
a) L'enigma del nulla come interpretazione logica dell'essere
b) Il nulla storico e la parola di Heidegger
c) Rapporti fra presenza ontica e traduzione logica: nulla e negazione
d) Contraddizione come diabolus philosophiae
β) Identità e differenza
a) Un momento analitico: la congettura del principio
b) Semper idem?
c) La differenza: initium mirandi
γ) Logica come retorica del logos: la decisione e la fondazione del canone
a) Contraddizione della non contraddizione
b) La decisione di Parmenide
c) Εἶναι – νοεῖν – λέγειν
d) Conseguenze I, II
a3) Dalla dialettica come remedium vacui all'ἐπιστήμη rappresentativa dell'espressione
α) Pretensione dell'oggettività logica della dialettica: sovvertimento del problema ontologico
a) Studio del limite come fenomenologia del nulla
b) Il circolo dialettico
c) Un momento analitico: formalizzazione dialettica del significato
d) L'impossibilità ontologica dei sistemi dialettici
e) Horror vacui: dialettica come remedium
β) La fondazione del pensiero espressivo e il concetto come sistema preparatorio del mondo
a) Interpretazione e traduzione, la parola
b) Il concetto come fondamento soggettivo
c) Il concetto come rappresentazione
Sez. B. LE CONGETTURE DEL LOGOS NELLA RAPPRESENTAZIONE DEL MONDO
b1) Rapporti ontologici con l'esistenzialismo nel quadro della caducità ontica del linguaggio e della parola
α) Lineamenti dell'oltrepassamento del "sottrarsi" dell'Essere
a) Essere e rappresentazione
b) Oltrepassamento reale e apparente della metafisica
c) Oblio come necessità della logica. Contra verba
β) Lo squarcio apparente della folgore: l'uscita dal circolo ermeneutico
a) Ὀνομἀτειν come segno. Un dibattito ermeneutico
b) Linguaggio e interpretazione
c) L'uscita dal circolo
b2) L'enigma come via all'incondizionato e teoria della sintassi come remedium alla contraddizione
α) La morte del giudizio e della conoscenza
a) Un momento analitico: la struttura apparente dell'argomentazione
b) La conoscenza e l'enigma
c) Eraclito, l'enigma come verità
β) Analisi grammaticale e analisi logica: strutture (onto) logiche di una interpretazione
a) Il nome, il soggetto
b) L'aggettivo, i complementi
c) Il verbo, il predicato
γ) Accessi e limiti della ratio nella fondazione della temporalità e della storia
a) Analisi della successione come scorrimento
b) Contingenza e divenire
c) I tempi e l'eternità
sez. C. IPOTESI DELL'OLTREPASSAMENTO DELLA LOGICA DEL LOGOS: L'EPIFANIA DEGLI DÈI
c1)Il nodo scorsoio:all'intreccio di logica, ratio, metafisica
α) Sulla (non) via verso l'incondizionato
a) Al centro del legame
b) Principium reddendae rationis: nihil est sine ratione
c) Libertà e causa, lo sguardo dei fanciulli
β) Missa primae fontis
a) Alle (non) origini della Notte
b) Apeiron
c2) Il signore che ha l'oracolo in Delfi non dice e non nasconde, ma accenna
α) Deus sine nomine metafisico: il fondamento come sintomo
a) L'armonia invisibile vale più della visibile
b) La (non) scienza fondamentale
c) La distanza e gli dèi
β) Δόξα e ἀλήνεια:la parola del dio
a) Preludio
b) L'essenza della verità: il problema formale
c) L'essenza della verità: il problema della cosa
d) Metafisica della verità: epifanie
c3) Filosofia come Scientia deorum
α) La filosofia e gli dei
a) Lo specchio
b) La fede nei tanti fondamenti
c) Occidente contra ascetismo, remedium animae
β) Filosofia come disgusto
a) Pro‑contra nihilismus
b) Irrazionalismo come ex trema ratio
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