Spirali Homepage
Chi siamo | Dove siamo | Rassegna stampa | Network | Rights | Come acquistare
Ricerca avanzata »


Homepage
Novità
Libri
Riviste
Argomenti
Autori
Agenda

Multimedia
Siti amici





Puoi trovarci anche su

anobii

Facebook

Youtube

Twitter


La retorica del logos. La rappresentazione logica nell'elaborazione del pensiero
Massimo Venuti
La retorica del logos. La rappresentazione logica nell'elaborazione del pensiero
Anno: 1993
Pagine: 404
Prezzo: € 20,66
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: Brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877703628

Estratto del libro
L'Ontologia classica, da Parmenide a Heidegger, non vuole lasciare dubbi in proposito: l'essere è il concetto più generale a ha un primato ontico che lo pone come qualcosa di privilegiato. Tali relazioni derivano dal λόγος, cioè dal modo di pensare i problemi. L'effettiva immobilità dell'ontologia – come metodologia di qualsiasi soluzione – ha ormai reso queste attribuzioni (poste come) originarie.
Per comodità possiamo certamente cominciare dalla nozione di essere assumendola secondo il suo significato convenzionale, ma in nessun modo potremo accontentarci di questo; negli effetti, il nostro problema riguarda appunto i fondamenti di quel significato convenzionale. La questione è, a un tempo, la nozione di essere e il nostro rapporto con essa: in questo senso, non siamo neppure in grado di dire se l'essere sia veramente un significato primo quasi innato, o non possa invece configurarsi come una traduzione sistematica del mondo da parte del λόγος. In realtà, pare che sia per lo più studiato il suo rapporto con altri termini, il modo di porlo come fondamento, piuttosto che capire cosa sia l'essere, se non a partire dalla classificazione di uno stato di fatto. Tale stato è il concetto generale per cui diciamo che le cose sono, o esistono, essenzialmente a partire da una registrazione fenomenologica.
Che tra questa registrazione – le cose sono, cioè l'essere è la prima consapevolezza – e la consapevolezza stessa, che a sua volta 'è', non ci siano passaggi intermedi è la maggiore acquisizione dell'ontologia classica. Se, infatti, non si ammettesse questo, l'essere non sarebbe quel concetto generalissimo di cui si intenderebbe discorrere, bensì qualcosa di derivato. Ma è appunto il senso di tale concetto generalissimo a costituire il problema: dire che 'è noto che le cose sono' costituisce per noi non già un punto di partenza ma, semmai, un punto di arrivo.
Il compito è paradossale perché mette in dubbio che 'le cose sono' attesti un rapporto diretto tra essere e intelletto, in favore della possibilità che tale pensiero abbia una configurazione per così dire derivata, non originaria. La domanda è dunque se tra essere e visione dell'essere ci sia qualcosa, sebbene il 'qualcosa' venga registrato secondo la nozione di essere. L'accesso al problema cambia così i propri termini: non più l'essere come tema iniziale e fondamentale, ma abbozzo convenzionale che rimanda al vero tema: il sistema di posizione e rappresentazione del pensiero. L'ontologia come classicamente tramandata, che guida ogni indagine sull'essere, e una scienza del λόγος; il tema diventa allora il λόγος quale metodo di visione a partire dal quale può essere determinata più specificamente l'ontologia e una più adeguata impostazione del problema di cosa siano l'essere e la totalità (ammesso che tra i due ci sia differenza, cosa peraltro impossibile secondo la logica).
Quarta di copertina
In un tempo in cui la ricerca intorno al pensiero segna drammaticamente il passo, questo libro si pone come uno dei pochissimi tentativi sistematici apparsi in Italia negli ultimi anni. Centrato su uno dei grandi miti del pensiero occidentale – la logica – ne delinea la natura essenzialmente retorica e, quindi, in certo modo, falsa rispetto ai suoi intendimenti.
Dall'affermazione che "la contraddizione è l'unica forma di pensiero possibile" emergono conseguenze inedite rispetto alla tradizione del pensiero europeo: l'essenziale tragicità della parola, "l'irrazionalismo come fondamento della razionalità" e come unica forma di conoscenza; ne consegue la radicale impossibilità della filosofia a comprendere l'origine, che pure dovrebbe essere il suo compito. Un'ardita sezione del libro è dedicata all'analisi della grammatica che usiamo quotidianamente. Tale analisi rafforza la tesi della natura retorica del nostro sapere e delle nostre conoscenze. Da Dioniso Aeropagita a Meister Eckhart, da Scoto Eriugena a Niccolò Cusano fino a un'altra lettura di Eraclito l'oscuro, La retorica del logos svolge una constatazione intuita a sprazzi e sempre emarginata dalla logica ufficiale: da un lato, l'impossibilità del pensiero razionale d'indagare se stesso, dall'altro, la consistenza solo apparente delle leggi del pensare.
Vuoi condividere questo libro sul tuo sito/blog?
Usa il nostro Widget!


Copia il codice da inserire nel tuo sito/blog