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Il liberalismo russo
Lucio Dal Santo
Il liberalismo russo
Anno: 1993
Pagine: 106
Prezzo: € 13,94
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: Brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877703733

Estratto del libro
Converrà pertanto operare subito una necessaria distinzione, a costo di scomporre il susseguirsi cronologico degli eventi, precorrendo uno dei temi‑chiave dell'indagine presente. Occorrerà, in altri termini, sgombrare risolutamente il terreno da un madornale equivoco o, piuttosto, da un pregiudizio, sorto e radicatosi già nel secolo scorso e di poi perpetuatosi sin nel secolo presente. A illustrare la natura di tale equivoco, è bastevole rapportarsi alla diffusa pretesa di sovvertire i termini consueti, identificando con il liberalismo il radicalismo (o, in senso lato, l'occidentalismo del secolo XIX); quello stesso radicalismo d'impronta materialistica e recalcitrante a ogni compromesso che infine sopraffece l'autentico liberalismo, giungendo a usurparne perfino il nome. Il liberalismo correttamente definito, su cui si appunta l'escorso presente, altro non è che l'esatto contrario del collettivismo propugnato dai radicali e gravido di conseguenze fatali.
Quarta di copertina
Il saggio espone la storia, breve e drammatica, del liberalismo in Russia dal regno di Caterina II fino al colpo di stato bolscevico. Narra la lotta delle idee in Russia, dove si svolse (e si svolge tuttora) un gigantesco dramma dello spirito, dal cui esito dipese (e dipende) il futuro della Russia, anzi l'avvenire stesso del pianeta. In particolare, la lotta di cui si ripercorrono le tappe è quella che si svolge tra il vero liberalismo (che pone al centro dell'attenzione la questione della libertà e la difesa dei diritti della persona) e il radicalismo fautore del collettivismo (e precursore, quindi, del comunismo): insomma, tra i custodi della fede ortodossa e della tradizione, da un lato, e, dall'altro, i propugnatori di una nuova religione senza Dio, nata dalla rivoluzione che essi prepararono. È degno di nota che anche costoro amarono fregiarsi del nome di liberali (come poi i democratici). Rimane tuttora viva la questione se un sistema socialista possa sostenersi senza il dispotismo.
Dopo l'affermazione della tirannia comunista e il suo recente crollo, bisogna oggi ricomporre le radici che furono spezzate, restituendo la memoria storica a coloro che ne furono derubati e favorendo la libertà, all'insegna di un nuovo liberalismo fondato sulla solidarietà, l'unico forse in grado di garantire la pace.
Questo saggio è il primo pubblicato in Italia sul liberalismo russo.
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