Un'ode ad un continente tra nostalgia, letteratura e avventura

Tra romanzo, diario e saggio l'adolescente francese protagonista di questa storia narra la sua America. Un continente suggestivo frutto di una sua personale miscela di miti, sogni, evocazioni. Così troviamo L'ultimo dei Mohicani, lo zio Tom e la Scarlett di Via col Vento accanto alla guerra di secessione, alla descrizione di paesaggi. Parallelamente corre la realtà: la Francia sconfitta, occupata, e infine liberata proprio da quegli Americani tanto amati.
Un'opera indimenticabile per intraprendere la riscoperta del Nuovo Mondo.

All'inizio, da quando ho accesso ai ricordi, siamo in sei, mio padre, mia madre, due fratelli, uno maggiore, l'altro minore e la nonna materna. Morta la nonna, minata dalla disgrazia e dalla miseria della cecità, portata via dal cancro mia madre, forzati a lasciarci mio padre e mio fratello maggiore, ansioso di sfuggire alle coercizioni della guerra, ridotta a due unità, la tribù s'indebolì. A disagio e in una specie di imbarazzo – il senso che, colpevole, io meritassi la mia sorte – avrei scoperto quanto sia difficile e incerta la vita e, come se la cosa andasse da sé, mi buttai su Cristoforo Colombo.
All'epoca di cui parlo, lessi una sua biografia piena di immagini e di vignette e, come in apprendistato nella sua truppa, incappai con lui nel Nuovo Mondo che mi parve subito superiore al Vecchio, mio. Nel mobile in cui scoprii il volume, Colombo non è solo. I suoi seguaci, che calcheranno per secoli il continente da lui svelato, figurano a decine in una biblioteca di famiglia proveniente dal padre di mia madre, un divoratore di libri, e che fu arricchita da mia madre.

Come divenire contemporaneo di Fenimore Cooper e del generale Lee? Come respirare il profumo di Scarlett nell'incendio di Atlanta o seguire con il batticuore le imprese gloriose di Muro di Pietra Jackson e quelle degli eroi di Jack London? Sopra tutto, come rivivere nel presente l'immensa leggenda americana, a partire dal giorno in cui tre caravelle lasciarono la vecchia Europa e fino al momento, tra tutti benedetto, in cui un giovane francese scopre, alla fine dell'ultima guerra, che gli eroi dei suoi sogni liberano il suo paese?
Tali, a grandi tratti, sono le questioni che, come temi di un'opera favolosa, abitano I mattini del Nuovo Mondo. Vi si scoprirà, attraverso i sogni intensi di un adolescente di Avignone, l'intreccio di due storie: la sua, quella della sua famiglia nel momento in cui l'esercito tedesco invade la Francia calpestandola; e l'altra, quella del Nuovo Mondo, i cui miti e simboli furono il suo primo respiro.
Si passa così dalla disfatta di Gettysburg a quella del 1940, dalla caduta di Richmond all’eterno tracollo del Sud di fronte ai barbari che da millenni dilagano dal Nord. Gloria del Sud vinto, umiliato ma raggiante di splendore imperituro...
In questo libro di parole incantate e fiammanti, attraversato dal maestrale di un'ispirazione visionaria, la bellezza delle immagini, la potenza del respiro, la ricchezza del dizionario redigono la realtà di un altro mondo, anche se i cammini che portano a esso sono da sempre quelli dell'immaginario.