Estratto del libro
Non sono molti gli intellettuali occidentali rimasti nelle file di Fidel Castro. Coloro che vi rimangono lo fanno con diverse motivazioni.
Qualcuno, come Günther Grass, che non è di militanza comunista, sembra farsi trasportare da una visione schematica e semplicistica: spiega e giustifica la tirannia cubana con il fatto che Cuba, in apparenza, altro non è che una povera isola perseguitata e minacciata da Washington.
Altri, come Mario Benedetti o Eduardo Galeano, partono dalla classica prospettiva terzomondista, in cui s'intrecciano la teoria marxista, l'odio verso gli Stati Uniti e una capillare incomprensione dei veri fenomeni economici e sociali che affliggono l'America Latina e che danno origine alla povertà, alla disuguaglianza, alle umiliazioni che buona parte di questo tribolato universo deve sopportare.[...] Nessuno ormai risponde con rabbia da Bogotà o da Lima agli scritti decisamente anticastristi pubblicati a Madrid da Jimenez Losantos o a Roma da Valerio Riva che è, insieme a Laura Gonzalez (instancabile nella lotta per i diritti umani), il maggior esperto italiano della questione cubana e forse per questo uno dei critici più lucidi del "Comandante in capo".
In ogni caso, nessuno può più stupirsi del fatto che, dopo 35 anni di governo, il discorso politico di Castro si sia ormai del tutto esaurito. Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dei regimi comunisti in Europa, è impossibile continuare a gridare impunemente nei Caraibi marxismo‑leninismo o morte. Specialmente in un paese devastato dalla fame e impoverito dall'inefficienza della burocrazia.
(Dalla Postfazione di Carlos Alberto Montaner)
Quarta di copertina
Per anni i media, sopra tutto "progressisti", ci hanno offerto un ritratto di Cuba profondamente falso. Forse perché, come spiega lo scrittore cubano Carlos Alberto Montaner nella postfazione di questo libro, essi hanno visto nell'isola di Castro il puerto escondido di un socialismo sopravvissuto a se stesso, come in un museo tropicale.
Lucio Lami, giornalista controcorrente, "renitente alle lottizzazioni", ha viaggiato a lungo, a partire dalla metà degli anni ottanta, in tutta l'America Latina, L'Avana compresa, come inviato speciale del "Giornale".
I suoi "diari" da Cuba e dagli avamposti rivoluzionari come il Nicaragua e Panama, le avventurose inchieste (dagli anni del terrore poliziesco a quelli della guerra alla droga, dai fulgori dell'ortodossia marxista al dissenso e all'avvento dell'odiata perestrojka) ci appaiono non solo rivelatori di una realtà complessa, ancora sconosciuta agli italiani, ma permeati da intuizioni che gli avvenimenti, oggi, confermano inesorabilmente.
Premessa
I. PER IL DISSENSO, L'AVANA PEGGIO DI MOSCA
La scoperta del dissenso
Finché regge la leggenda
Addio, Mosca crudele
Senza i dollari dell'Est
Il dissenso alza la voce
II. FUGGENDO IN MASSA DALL' ALCATRAZ DI FIDEL
Anche gli eroi scelgono Miami
Gli schiavi mangiavano di più
L'opposizione in esilio
La nuova classe e i capitali stranieri
Minacciando la rivolta
III. DAL CORTEGGIAMENTO DELLA CHIESA ALLA PROMOZIONE DELLO SCISMA
Compromesso o modello alternativo?
Marx sugli altari
Il rilancio del sincretismo
Se l'operazione è riuscita in Brasile...
"Cuba non è la Polonia"
IV. CUBA, MADRE DI TUTTE LE GUERRIGLIE FINANZIATE COL NARCOTRAFFICO
Una strategia venuta da lontano
L'internazionale della coca
L'atomica bianca
Cuba e la regia della destabilizzazione
La cuban connection e la fucilazione di Ochoa
V. NICARAGUA: DA COLONIA DELLA COLONIA AD AVAMPOSTO
E chi non è con noi...
Il modello cubano‑stalinista
Gli Usa e l'opposizione
Quella "libertà" applaudita in Europa
Lo squadrismo delle "turbe divine"
Rivoluzione ed economia
La succursale della destabilizzazione
VI. L'OPPOSIZIONE, WASHINGTON E LA "BASSA INTENSITÀ"
Un esercito di contadini minorenni
Per tre dollari al mese
L'insostenibile leggerezza di Washington
Si sa ma non si dice
Visti dall'Italia
VII. LA RIVOLUZIO E LATINOAMERICANA MUORE DI PERESTROJKA
La fine dell'avventura
Lo sfascio si estende fino in Colombia
Managua: ne uccide più la perestrojka che la Cia
Il voltafaccia elettorale di Ortega
Il crollo del marxismo caraibico
In Nicaragua la sconfitta di Castro
E in Brasile crolla il catto‑comunismo
VIII. MA IL CAUDILLO VUOLE SALVARE LA POLTRONA
Ricostruendo un mito: il "Che"
"Se affondo io, Cuba affonderà con me"
"Capitalisti, salvate il regime"
Obiettivo: riciclarsi, come i comunisti dell'Est
CARLOS ALBERTO MONTANER, I mitomani del puerto escondido
(Postfazione)
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