La fine dell'Urss "come soggetto di legge internazionale" non è un fatto leggibile con categorie storiografiche tradizionali. Perché il dissolvimento di quella realtà statuale, che è da considerarsi uno degli eventi più drammatici del secolo, non solo ha avviato profonde modificazioni nell'assetto politico dell'Europa e dell'Asia, ma ha inciso sulle coscienze di milioni di uomini, sui comportamenti e sulle scelte dei partiti e dei movimenti di tutto il mondo.
Da quell'evento conviene muovere per svolgere qualche considerazione sulla fine del comunismo e sul destino della sinistra, alle soglie del terzo millennio [...].
Quanti negli anni passati avevano creduto che la fine del comunismo potesse risolversi in una ripresa e in una crescita del socialismo democratico hanno dovuto prendere atto del fallimento di queste previsioni [...].
La macchina socialista, soprattutto dopo la fine del comunismo, si è irrimediabilmente bloccata, non solo per la povertà dei suoi gruppi dirigenti, quanto perché la sua cultura si è rivelata inadeguata a misurarsi con i problemi del nostro tempo, a governare la trasformazione, a inventare una moderna idea riformatrice che recuperasse - come è stato scritto - "tutta intera la tematica della libertà e della esaltazione della individualità oltre la stessa prospettiva liberaldemocratica", nella direzione di una più alta saldatura tra libertà e uguaglianza. Il socialismo appare oggi una parola fuori uso; esprime una realtà del passato; non regge più la filosofia che nella storia ne ha legittimato la presenza nella storia di questo secolo...

Uno sguardo disincantato e partecipe sulla situazione della sinistra, oggi.
Un'analisi impietosa sul tramonto di un'utopia.

Il progetto democratico
L'Internazionale socialista
Un'idea declinante
Quale futuro per il socialismo
Oltre il socialismo
La cultura di destra
Sinistra e destra
Fine delle vecchie appartenenze
La svolta necessaria