Una riflessione sulla giustizia condotta in forma di romanzo
Dopo L'incarcerato di Montacuto, il seguito della storia di un'ingiusta incarcerazione. Qui si affrontano i motivi che hanno portato all'imputazione, ai procedimenti penali, al processo e alla condanna del protagonista. Una storia esemplare che diviene universale, in cui l'autore, avvocato e professore, conduce un discorso a tutto tondo sulla questione della giustizia.
Col linguaggio proprio dell'ambiente giudiziario, Bartolomei porta il lettore dentro le aule, racconta da vicino le "parti", i metodi di lavoro di magistrati e giudici ma soprattutto lo coinvolge in un'approfondita riflessione su quel "La legge è uguale per tutti" che campeggia in ogni stanza d'udienza. Estratto del libro
Su un foglio bianco, al centro, scritto con penna a inchiostro, a carattere stampatello, il titolo del nuovo romanzo, Magistrati del malefizio.
Solleva di scatto il volto, sobbalzando dalla poltrona su cui siede.
– Una provocazione! – inveisce d'impeto l'Amico.
Torna a posare gli occhi sgranati sul foglio, poi li rialza fissando l'Autore. I loro sguardi s'incrociano; dalle pupille di ciascuno sfavillano bagliori di una vita trascorsa nel sogno del diritto, della giustizia umana.
Quarta di copertina
"Non sono più io la mia immagine, ma quella che il potere, quel potere impersonato dalle Erinni, ha inventato per me. […] Non sono più reali i cinquant'anni di uomo e di giurista; le centinaia di processi difesi, l'insegnamento a migliaia di giovani e gli articoli scritti… Nell'Enciclopedia del diritto il nome del millantatore… Tutto inghiottito nel nulla. ‘Quei' magistrati hanno creato un altro individuo.
Una nuova concezione, una nuova forma di potere circonda l'uomo contemporaneo: l'imagologia. Un brutto neologismo. Vivrò, finché pulseranno le arterie infiammate dalla scintilla nel seno del cuore, tra quegli imagologici magistrati; sarò per loro un millantatore.
[…] Vivrò, millantatore, per scrutare ancora, nelle serate future d'agosto, il precipitare delle stelle nella volta celeste. Dal colmo delle alte e dolci colline marchigiane, sulle ampie terrazze aperte all'aurora, vedrò affogare nel mare il pulviscolo di tutte le parole pronunciate; vedrò bruciare nel nucleo di comete incandescenti mucchi di carte scritte da scribi sotto dettatura di farisei. Giocolieri di simboli.
Come una cometa la vita attorno al sole, in un'ellisse senza fine…".
(Franco Bartolomei)
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