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Tecnica e ideologia. Una questione di potere
Lucien Sfez
Tecnica e ideologia. Una questione di potere
Anno: 2005
Pagine: 340
Prezzo: € 28,00
Dimensioni: cm 14,0x
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21,0
Legatura: cartonato con sovraccoperta

Collana: l'alingua
ISBN: 9788877706768

Estratto del libro
Tecnologia e politica, Technopolis.
Technopolis? Un romanzo nero, fantascienza, un raccontoapocalittico, un film poliziesco, un'inchiesta sui costumi contemporanei, o tutto questo insieme? Sarebbe una pretesa esagerata assegnare a un saggio un simile programma, e tuttavia qualcosa di tutti questi differenti generi è in atto in quest'opera; si tratta infatti di situare la tecnica – e ovviamente la sua ultima trasformazione, la tecnologia – nel mondo che è il nostro, di perseguirne gli aspetti contrastati, di denunciarne altri, di proporne critica e teoria. [...]
Abbiamo ritenuto di poter mostrare qui l'incastro tra ambito politico e ambito tecnico; incastro agli antipodi dell'idea corrente di una separazione tra i due ambiti, che conferma la neutralità dell'uno (la tecnica) e la nobiltà e preminenza dell'altro (la politica). Si sa, si crede di sapere, che la politica è la testa, quella che pensa, prevede, programma, dirige e orienta la tecnica per servire i propri fini. La tecnica, a questa stregua, sarebbe soltanto un mezzo, non sarebbe affatto responsabile dei guasti che provoca, e neppure delle imprese, il cui solo merito spetterebbe alla politica che abbia saputo sfruttarne le risorse. Schema davvero conforme, che sembra appartenere a una vulgata stabilita e la cui vacuità si riflette nei temi in due parti assegnati alla maturità: "La tecnica è fattore di progresso oppure dobbiamo controllarla?". Sfortunatamente, non si tratta solo dell'esame di maturità; l'esercizio si ripete a ogni nuovo discorso, a ogni nuovo articolo.
Sembra così che occorra porre la questione altrimenti, rinnovare i dati, cercare un' altra combinazione degli elementi in causa se non si vogliono ripetere all'infinito gli stessi argomenti e le stesse finte classificazioni, per esempio, la classificazione in tecnofili e tecnofobi, che a rigore non ha senso e di cui speriamo di fare giustizia in questo nostro lavoro.
Quarta di copertina
La tecnica, oggi nobilitata in "tecnologia", è al centro di dispositivi di potere: è fortemente politica, e intanto si dissimula dietro gli oggetti tecnici portatori, a quanto ci dicono, di razionalità e di progresso. Per questo i governi del mondo sviluppato a corto d'idee nuove credono di trovare nelle nuove tecnologie una leva per il consenso. Ma la tecnologia, lungi dal ridursi agli oggetti, è una serie di grandi discorsi o di racconti di legittimazione dell'ordine esistente: racconti sparsi, mutevoli, spesso infondati, che si radicano in costellazioni d'immagini, in audaci metafore o in metonimie abusive.
Questo libro si propone di analizzare il racconto tecnopolitico, le sue immagini tecnosociali o tecnonaturali e la loro invadente modalità di funzionamento in tutti gli ambiti dirigenziali. Non è detto che la tecnica sia in grado d'istituire lo stato o la società.
(Lucien Sfez)
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