Estratto del libro
La teca si apre per un'epifania: figura, luce, colore, la Madonna del cardellino di Raffaello Sanzio. Si rimane sorpresi dall'immediatezza inafferrabile dell'istante. È l'incontro con la chiarità del volto, l'azzurro del manto, il rosso del busto. Il colore ha la forza tattile di una folata intensa, l'immagine si staglia sovrastante il paesaggio. Il dipinto è qui, disteso, disarmato, in una posizione estrema di prossimità. Il visibile riempie gli occhi e sembra colmare lo sguardo. La vista a contatto ha l'ossessione del dettaglio: analisi molecolare, millimetrica, materica. Il tatto pretende di sentire la pasta del colore, misurarne l'intensità. L'occhio rivendica le sue pretese e vuole indagare la prospettiva e inseguire l'orizzonte [...]. La vicinanza crea l'illusione della piena visibilità. Tuttavia in questo eccesso di presenza, qualcosa si sottrae a ogni presa dell'occhio che vuole dis-velare. (Bachisio Bandinu, commento alla Madonna del cardellino di Raffaello) Nelle marine di Trotti la pittura opera sulla linea terra-mare, delicata e fragile perché taglio di congiunzione e separazione. Bagnasciuga: l'ossimoro. Terra, mare, cielo senza nostalgia di sfumature, senza complicità del chiaroscuro. La barca non si specchia sul mare, non fa quadretto oleografico. Ciascuna marina è tessitura di colori, la linea della carena ha la flessuosità dell'onda. Eppure non è pittura contemplativa, anzi disinnesca la visione. Il gioco della linea rompe l'equilibrio spaziale. [...] Nessuna poetica del vero, nessuna narrazione naturalistica. Le forme si intravedono come ritmo nelle pennellate di colore: barca bianca con striscia rossa, vela rossa su onda bianca. (Bachisio Bandinu, commento alle Barche di Trotti)
Contributi video
video del libro "Raffaello Sanzio e Sandro Trotti"
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