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Odore del tempo
Jean d'Ormesson
Odore del tempo
Anno: 2008
Pagine: 439
Prezzo: € 34,00
Dimensioni: cm 14,0x21,5
Legatura: cartonato con sovraccoperta

Collana: l'alingua
ISBN: 9788877708243

Le cronache del famoso scrittore, nel suo stile inconfondibile, fra storia, sogno, memoria, immaginazione
Estratto del libro
Il libro non esiste da sempre. Milioni di anni sono trascorsi senza libri. Forse che tra qualche migliaio di anni non ci saranno più? In ogni caso, per qualche centinaio di anni, tra l'invenzione di fuoco, agricoltura, città e il regno di robot e informatica, continuerà a comandare il nostro destino.
La guerra, la pace, la morte, il sapere, la bellezza, la follia, il piacere e l'amore, il culto dell' assoluto saranno stati ormai scritti nelle sue pagine. Il libro, i suoi derivati (la carta, il giornale, la scheda) e tutti gl'innumerevoli supporti in cui sono tracciati segni che veicolano un senso, sono stati la storia. Si sono confusi con la storia. Hanno edificato la storia più di chiunque e di qualunque cosa. Oggi, in un mondo conquistato e trasformato dagli uomini, il libro ci fa sognare e ci dà potenza.
Leggiamo per imparare, per istruirci, per capire. Leggiamo anche per sognare. Un altro mondo, che duplica il primo, nasce dalla letteratura, e soprattutto dal romanzo che, dall'ottocento a oggi, ha assunto proporzioni prodigiose, se non altro per la quantità. [...]
Per il piacere come per l'istruzione, per il divertimento come per il sapere o per la meditazione, il libro è insostituibile. Si dice che oggi sia minacciato dall'immagine e dal computer. Concedo tutto quello che si vuole ai nuovi regni della tecnica. Tuttavia spero, e credo, che il ruolo del libro sia lungi dall'essere terminato.

Quarta di copertina
Questo libro è una scelta fra le mille cronache di Jean d'Ormesson pubblicate dal 1969 a oggi. Perorazione per la lettura, riflessioni su una civiltà in mutamento, parole dettate dall'umore.
Con quel suo giubilo comunicativo, proclama il proprio amore per la letteratura, per l'arte, per la vita. Parla dei propri viaggi, reali o immaginari, e convoca via via il pittore Raffaello, lo scienziato Georges Dumézil, il tennista John McEnroe o la giraffa di Carlo X.
C'è chi ha detto che "è il libro che meglio permette i giochi fecondi del ricordo, del sogno, dell'immaginazione".
Le cronache ora erudite ora entusiastiche ora polemiche seducono con la loro freschezza, sorprendono per la loro attualità. Venti o trent'anni dopo, continuano a trasportarci sia fuori dal tempo sia nel cuore del nostro tempo. Con il piglio sicuro dell'autobiografia, disegnano il ritratto dell'autore, vagabondo che cammina sotto un ombrello bucato, testimone ironico e incantato del mondo che lo circonda.
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