L'opera prima di un magistrato capace di fondere diritto e poesia, letteratura e realtà

Un giudice della Corte dei conti racconta la vicenda occorsa ad un altro giudice. Un romanzo dove in tralice si legge un oscuro avvenimento della nostra storia, una narrazione in cui i confini tra romanzesco e reale si assottigliano, dove la finzione e la cronaca si incontrano lungo il filone inaugurato da Leonardo Sciascia.
Un volume intenso e coinvolgente da parte di un pluripremiato scrittore.

"Io, Nicola Maria Forcelli, giuro sul mio onore di osservare lealmente la Costituzione e le altre leggi dello Stato esercitando le mie funzioni di giudice della Corte costituzionale nell'interesse supremo della Nazione".
Il professor Nicola Maria Forcelli pronunciò queste parole lentamente, ad alta voce, guardando in viso il Capo dello Stato che gli stava di fronte e che in forza di legge accoglieva nelle sue mani il giuramento, alla presenza dei presidenti della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica e del Consiglio dei ministri.

Un self‑made man: viene dal profondo sud, è passato attraverso intensi studi e viaggi e teneri amori, è giunto alla più alta carica della magistratura, è il protagonista del romanzo.
Lo rapiscono e nella cantina in cui lo tengono sequestrato intesse un'analisi della società italiana dell'ultimo cinquantennio e della propria vita.
Una trama di racconto dove il diritto gareggia con la poesia.
Verrà liberato con una soluzione a sorpresa che sfiora il romanzo poliziesco.