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La cultura. Documenti del Primo Congresso del Movimento Freudiano Internazionale. Roma, 28-30 gennaio 1982
AA.VV.
La cultura. Documenti del Primo Congresso del Movimento Freudiano Internazionale. Roma, 28-30 gennaio 1982
Anno: 1982
Pagine: 266
Prezzo: € 15,49
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877700351
Contributi di: Alan Tomlinson, Aldo Tagliaferri, Alessandro Atti, Alfred Messer, Armando Verdiglione, Arnold Gilberg, Benjamin Riggs, Carlo Sini, Carlos Ruiz Ogara, Edgar Morin Nahoum, Eduardo Martínez y Hernández, Ernesto Battistella, Graham McFee, Hendrika Halberstadt-Freud, Henry Wald, Irène Roublef, Josée Tran-Van, Lieuwe Hornstra, Massimo Meschini, Matjaž Potrč, Morton Schatzman, Oscar Espinosa Restrepo, Perry Meisel, Pierre-Paul Lacas, Ruggero Chinaglia, Sławomir Magala, Shigeru Horiuchi (Nada Inada)
Estratto del libro
La cultura è il segno dell'uomo. È questo segno che fa dell'uomo un ente a parte rispetto agli enti naturali. L'uomo, in quanto ente culturale, non è dunque" naturale". In questo gioco di opposizioni la cultura si definisce quindi come l'ambito dell'artificiale (dell'"arte-fatto"): ambito di segni istituiti per convenzione (nòmos in opposizione a (physis). L'uomo non è dunque dotato "naturalmente" di cultura; ovvero: in quanto ente naturale, l'uomo non ha cultura (è (animal senza altri aggettivi o specificazioni, come disse Nietzsche una volta). La cultura deve essere conseguita, e perciò essa deve anche essere conservata, tramandata e impartita. L'uomo di cultura è pertanto essenzialmente "pedagogo": colui che conduce (i fanciulli) alla cultura. Ma come si perviene alla cultura? Qual è il suo luogo? Dove trovano luogo i segni artificiali che istituiscono la cultura? Questo luogo concerne quelli che sono da sempre i segni per eccellenza, vale a dire i segni linguistici, il linguaggio. È nel linguaggio, per il linguaggio, con il linguaggio che l'uomo perviene alla cultura. I segni linguistici sono gli arte-fatti originari, la norma convenzionale di tutte le norme. In questo senso Saussure sottolineava che il linguaggio è essenzialmente un fenomeno sociale; ma già George Herbert Mead, contemporaneamente e indipendentemente da Saussure, indicava nel linguaggio il sociale tout court: non c'è società senza linguaggio, non c'è linguaggio senza società. Il linguaggio "apparenta" infatti gli uomini al di là e al di sopra degli apparentamenti degli istinti naturali (e in profitto di questi). Esso costituisce il luogo della intersoggettività delle intenzioni e delle espressioni. Secondo le formule della filosofia, il linguaggio costituisce lo "spirito", ovvero, come diceva Hegel, la "granitica sostanza" in cui si intramano le relazioni dell' "operare di tutti e di ciascuno": ove ogni "io" è un "noi" e ogni "noi" è un "io". In altre parole, lo spirito è la "stoffa" (come più modestamente diceva James) di cui son fatte le anime individuali. Queste ultime sono infatti propriamente istituite dal linguaggio. L'uomo diviene così un animale fornito d'anima (di lògos), o "malato d'anima", come pure è stato detto. L'anima è a sua volta intesa o come il risultato di processi evolutivo–naturali nei quali si inserisce il segno linguistico come strumento che conduce l'uomo fuori e oltre la dimensione naturale, o come dote soprannaturale che si risveglia in occasione dell'evoluzione naturale. In ogni caso, l'uomo diviene, per il mezzo del linguaggio, un animale culturale, e perciò non più (soltanto-essenzialmente) naturale.
Quarta di copertina

Documenti del Primo Congresso del Movimento Freudiano Internazionale Roma, 28-30 gennaio 1982 Scritti di Armando Verdiglione, Shigeru Horiuchi, Edgar Morin, Morton Schatzman, Carlo Sini, Oscar Espinosa Restrepo, Sl'awomir Magala, Benjamin C. Riggs, Massimo Meschini, C. Ruiz Ogara, Irène Roublef e Josée Tran-Van, Pierre-Paul Lacas, Lieuwe Hornstra, Ernesto H. Battistella, Alessandro Atti, Ruggero Chinaglia, Eduardo Martínez y Hernandez, Perry Meisel, Aldo Tagliaferri, Henri Wald, Matjaz Potre, Alfred A. Messer, Hendrika C. Halberstadt-Freud, Graham McFee e Alan Tomlinson, Arnold L. Gilberg. A buon diritto l'associazione psicanalitica promuove oggi le fondazioni della cultura. Le promuove per la prima volta. Freud si è provato già in questa impresa ma ha soltanto sfiorato la questione cattolica. Senza tale questione, senza la sua articolazione, senza la logica che essa comporta non possono instaurarsi né il gioco né l'invenzione. È legittimo che sia un movimento psicanalitico a accogliere le istanze della reinvenzione delle arti e della scienza oggi procedendo proprio dall'esperienza analitica e dalla sua lettura ovvero da quel che in essa si cifra. Non solo non è affatto escluso che questa sia l'epoca di un secondo rinascimento in Europa ma può essere constatato come spetti all'Europa oggi, e per alcune istanze radicali della psicanalisi lontana dalla patria e dalla disciplina, inventare la cultura.

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